Antonella Clerici ribadisce il proprio pensiero sul Festival di Sanremo 2020, schierandosi nuovamente a fianco di Amadeus. Negli scorsi giorni il volto noto di casa Rai è stato accusato di sessismo, ma la Clerici non si sente affatto di condannarlo: “Un po’ di ironia… – dice l’ex numero uno de La Prova del Cuoco a Il Corriere della Sera – di questo passo inibiremo anche uomini di qualità che magari vogliono solo farci un complimento”. La conduttrice sarà a fianco di Amadeus a partire dal prossimo 4 febbraio, sul palco dell’Ariston: “Dopo due ore di conferenza – ha proseguito – sarà stato pure stanco e ha sbagliato dei termini, si è un po’ incartato ma sinceramente tutto quello che ne è nato mi ha fatto dispiacere per lui e per noi donne: non possiamo mettere tutto dentro un unico calderone”. Quindi la Clerici ribadisce il proprio pensiero: “Bisogna fare dei distinguo perché le battaglie abbiano davvero valore. Non si può fare di tutta l’erba un fascio: va bene il #MeToo, ma stiamo andando troppo oltre. Sulle giuste battaglie bisogna massacrare, ma non si può essere così barricaderi e aggressivi anche di fronte a una semplice parola sbagliata. Un po’ di ironia… di questo passo inibiremo anche uomini di qualità che magari vogliono solo farci un complimento”.
ANTONELLA CLERICI: “AMADEUS? ANCHE IO AVREI FATTO LO STESSO…”
Secondo la conduttrice di casa Rai, Amadeus ha voluto fare semplicemente un complimento alle donne, senza voler offendere nessuno o cadere in commenti sessisti: “Amadeus voleva fare un complimento alle donne che aveva scelto parlando della loro bellezza, un po’ come il kalòs kagathòs dei greci, bella e brava. Forse lo avrei fatto anche io al suo posto. E se non lo avessi fatto avrebbero detto che ero invidiosa… ma tanto io avrei scelto dieci uomini”. Infine un commento sul futuro, alla luce delle numerose polemiche delle ultime ore: “Sono stata tenuta decisamente in panchina: ho scelto di non fare più La prova del cuoco, ma non mi aspettavo di non fare nulla. Questo stacco, dopo 18 anni di lavoro sfrenato, mi ha permesso di coltivare il mio rapporto con la gente ancora di più: ho realizzato che essere famosi non significa necessariamente essere amati. Ecco, io l’amore del mio pubblico lo sento fortissimo… famoso può esserlo anche un serial killer”