Sul palco del teatro Ariston è entrata in scena Rita Pavone, che, per questa serata delle cover del Festival di Sanremo, si è esibita in “1950” con Amedeo Minghi ad accompagnarla magistralmente al pianoforte. Una performance elegante ed equilibrata, nella quale l’intensità degli sguardi e la complicità non soltanto vocale, ma anche artistica, ha indubbiamente innalzato l’asticella della qualità, come testimoniato dal pubblico al termine del brano, con un applauso interminabile ad accompagnare l’entrata in scena di Amadeus con il mazzo di fiori da consegnare alla cantante. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Rita Pavone e Amedeo Minghi, duetto Sanremo 2020: “1950”, una miscela esplosiva!
Rita Pavone, che ha raccontato di aver rischiato la morte, duetterà con Amedeo Minghi con “1950” per la serata delle cover di oggi, giovedì 6 febbraio 2020, della settantesima edizione del Festival di Sanremo 2020. La coppia già in passato ha avuto modo di mostrare quanto gradevole potesse essere una esibizione insieme. Nello studio televisivo di Porta a Porta avevano cantato Ti perdo e non vorrei, il brano scritto da lui e interpretato nella versione originaria proprio da Rita Pavone nel 1977. Si tratta di una una delle tracce dell’album Rita ed io. Ora però c’è grande attesa di vedere i due artisti esibirsi nuovamente sul palcoscenico del Teatro Ariston. Quello che è certo è che regaleranno grandi emozioni.
Rita Pavone e Amedeo Minghi, duetto Sanremo 2020: un legame che viene dal passato
Il legame tra Amedeo Minghi e Rita Pavone, tra i duetti di Sanremo 2020, si svela in un aneddoto raccontato dallo stesso cantante in occasione di un’intervista di qualche tempo fa. Minghi si trovava a Cortina per la presentazione del suo libro Arriveranno gli Americani. Durante l’evento in teatro scorse nella platea proprio Rita Pavone, da lui ritenuta una grandissima cantante, la più brava del parterre delle voci italiane. Dopo averla guardata la invitò a salire inaspettatamente sul palcoscenico per duettare sulle note di Ti perdo e non vorrei. Rita accolse l’invito e i due artisti iniziarono a cantare.
E fin qui tutto sembra normale, se non fosse che Rita Pavone qualche tempo prima aveva giurato che non avrebbe mai più cantato. Amedeo Minghi con quella proposta l’aveva spinta a spezzare un giuramento che riteneva ingiusto. E fu grazie a lui che da allora lei riprese a cantare. Per Sanremo 70 i due artisti duetteranno con il brano 1950: sarà l’occasione di ritrovarsi ancora insieme sul palcoscenico. Trattandosi di un brano dal significato profondo, l’amore di due giovani al tempo del dopoguerra, l’interpretazione di entrambi saprà rendere merito al grido di liberazione decantato in quelle note.
Il parere di Riccardo Fogli
Su Rita Pavone e la sua presenza a Sanremo 2020 si è espresso anche Riccardo Fogli, sottolineando che la partecipazione della Pavone alla gara lo addolora. Le parole del cantante riportano in auge i meriti di un’artista paragonabile a Mina o a Ornella Vanoni. Intorno a lei viaggiano ben 50 anni di musica e di successi, e pensarla tra i big del 70° Festival di Sanremo per Riccardo Fogli significa sminuire una grandezza indiscussa del panorama storico della musica italiana.
Meno d’accordo con lui sembrano essere gli altri ospiti di Domenica In. La considerazione più grande che si possa avere di un cantante è quella di considerarlo un mito che non si abbassa più alla partecipazione di una gara canora. Ma le scelte sono scelte e non vanno contestate. Sicuramente per Rita Pavone sarà l’occasione per mostrare ancora una volta, l’ennesima della sua carriera, quanto grande sia il suo amore per la musica: lei che proprio in questi giorni continua a difendersi dalle accuse di sovranismo che le sono arrivate. La sua partecipazione al Festival, infatti, è stata molto criticata in queste ore per via della sua vicinanza al leader della Lega Matteo Salvini.
“Niente – Resilienza 74”, il brano in gara
Rita Pavone porterà in gara a Sanremo 2020 il suo brano Niente – Resilienza 74 dai toni rock e ribelli che del resto le calzano a pennello. Questa canzone sarà rappresentativa di una forza dirompente che l’ha sempre contraddistinta, sin da quando aveva vent’anni. Oggi la cantante appare solo con qualche riga in più ma con la stessa immutata voglia di farcela. Lei è ancora tra noi, con un bagaglio di tante cose da dire: questo il messaggio che continua a lanciare a gran voce dopo 74 anni, il numero che si è voluto riproporre nel titolo.
Il significato di Niente paradossalmente descrive tutto. Tutte le emozioni che ha dovuto affrontare durante il suo percorso di vita; tutte le speranze e le illusioni disattese. In più, viene messa in luce la sua capacità di rialzarsi nonostante tutto. Tra i prossimi progetti per la Gian Burrasca 74enne ci sarà un tour mondiale con tappe internazionali come Germania, Brasile e Argentina. In programma c’è anche l’uscita di un cofanetto contenente i suoi greatest hits.