Michele Zarrillo, dopo aver chiuso la seconda serata del Festival di Sanremo 2020 esibendosi all’1.40, si presenta davanti alle telecamere di Vieni da me per commentare il suo ritorno al Teatro Ariston. Michele ha così svelato di aver scritto la canzone “Nell’estasi o nel fango” in un pomeriggio mentre i figli giocavano. Dopo aver rivisto le varie partecipazioni di Zarrillo al Festival, Marco Baldini, in studio per commentare con gli altri ospiti di Caterina Balivo Sanremo 2020, commenta il look di Zarrillo che è cambiato molto nel corso degli anni. “Hai iniziato la carriera che sembravi Sandokan e l’hai finita, cioè non l’hai finita speriamo che duri ancora tantissimo e tocca pure in basso, adesso sembri Neo di Matrix. Qual è la cura?”, chiede Baldini e Zarrillo risponde che è merito del suo hair stylist che ha carta bianca curando il suo look liberamente (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Michele Zarrillo, il pubblico dei social promuove la canzone “Nell’estasi o nel fango”
È stato Michele Zarrillo a chiudere la gara dei Campioni in questa seconda serata del Festival di Sanremo 2020, con la sua canzone “Nell’estasi o nel fango”. Giacca e pantaloni di color scuro per l’artista, che ha utilizzato molto la mimica facciale e la gestualità per accompagnare la sua esibizione, conclusa tra gli applausi del pubblico dell’Ariston. Sui social il brano è tendenzialmente piaciuto, anche se in molti hanno evidenziato che l’ora tarda della sua esibizione (01:25) non ha favorito il cantante. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Michele Zarrillo, canzone “Nell’estasi o nel fango”: uomo e sofferenza
Michele Zarrillo è nella lista dei cantanti in gara per la 70esima edizione del Festival di Sanremo con il brano “Nell’estasi o nel fango”. L’artista con quella odierna giunge a toccare la sua tredicesima partecipazione alla rassegna. In una recente intervista rilasciata a proposito del testo della sua canzone, Zarrillo afferma che si è in presenza di un brano che, diversamente dagli altri che hanno trapuntato la sua più che trentennale carriera, tratta non più di malessere di coppia, ma si incentra sulla la sofferenza dell’uomo. Zarrillo continua sostenendo che, se vivessimo in un mondo dove tutti si somigliassero, la cattiveria sarebbe minore. Nel momento in cui viene chiesto a lui a che tipo di sofferenza fa riferimento nel pezzo, Zarrillo risponde di aver focalizzato la propria attenzione sia sui disagi finanziari sia su quelli che interessano i legami di tipo umano. Il suo scopo, dice, è quello di provare a raccontare quella voglia di cambiamento che conduce a rimanere in piedi anche quando tutto crolla. Durante l’intervista, rilasciata a Leggo, egli non si esonera dal criticare l’avvento recente di social grazie ai quali tutti possono ostentare le proprie ricchezze materiali. Nel parlare con dell’attualità che ci riguarda, Zarrillo paragona l’età che stiamo vivendo con gli anni Ottanta, nei quali “si stava abbottonati per rispettare anche l’operaio che guadagnava 800 mila lire al mese“. L’intervista si conclude ricordando quelli che sono stati i suoi successi degli anni passati , da “Una rosa blu” fino ad arrivare a “Cinque giorni”. A proposito di entrambe, egli reputa una fortuna il fatto che si tratti di testi entrati ormai a far parte delle abitudini di tanti giovanissimi i quali, tuttora, in auto non rinunciano ad ascoltarli.
Michele Zarrillo, Sanremo 2020: la sua vita sentimentale
Per quel che riguarda la vita sentimentale di Michele Zarrillo, protagonista a Sanremo 2020, ha sempre preferito mantenere un profilo basso, tentando di farsi ricordare non tanto per le sue vicende private ma soprattutto per la profondità dei propri testi. L’unica notizia attinente la propria sfera extramusicale concerne una relazione che ormai da diversi anni lo lega con un’altra musicista: Anna Rita Cuparo. Analogamente a quello che è il suo compagno attuale, la Cuparo risulta essere molto restia a condividere la propria quotidianità all’interno dei social. Di vent’anni più giovane rispetto a Zarrillo, ad accomunare i due vi è una spiccata e viscerale passione per la musica. Diverse sono state le collaborazioni che li hanno visti lavorare fianco a fianco. Violoncellista di talento, Anna Rita Cuparo ha contribuito alla messa a punto degli ultimi dischi di del cantautore. Frutto della relazione tra i due sono stati due bambini, uno nato nel 2012 ed uno nato nel 2010.
La carriera dell’artista
Nato nella capitale nell’anno 1957, gli esordi musicali di Michele Zarrillo sono rintracciabili molto indietro del tempo, fin da giovanissima età. La prima partecipazione al Festival della Canzone Italiana risale infatti al temporalmente lontano 1981. La canzone che egli portò nel prestigioso palco dell’Ariston si intitolava “Su quel pianeta libero”. Appena un anno più tardi, Zarrillo tenta nuovamente l’avventura sanremese. “Un rosa blu” vivrà tuttavia la propria consacrazione definitiva soltanto nel 1998, in concomitanza con l’inserimento di questa nel disco che uscì proprio quell’anno. Nel 1996, “L’elefante e la farfalla” scalda i cuori sia di coloro che sono presenti in prima persona alla rassegna, sia di tutti quegli spettatori a casa che ne apprezzano le sonorità tanto romantiche quanto malinconiche. L’incedere di un percorso fatto di tante soddisfazioni ed un riscontro più che positivo tra il pubblico si impreziosisce ulteriormente per mezzo di molteplici prestigiose collaborazioni, da quelle con Ornella Vanoni fino ad arrivare a quella con il suo concittadino Renato Zero. Tra i suoi più grandi successi ricordiamo “Cinque giorni”.