Bisogna essere più aperti verso le diversità: è questa la lezione che vuole dare Wonder, il film con protagonisti Jacob Tremblay e Julia Roberts. La pellicola mostra con delicatezza e al tempo stesso fermezza cosa significa essere “diversi”, le reazioni che si suscitano negli estranei e come superare le avversità legate ad una condizione particolare. La storia di Auggie è anche un punto di partenza per scoprire una sindrome ancora poco conosciuta, quella di Treacher Collins, che però rende difficile la vita di molte persone. È una storia non scontata che non racconta la vita di una persona realmente vissuta, ma che è ispirata ad un episodio accaduto alla scrittrice del romanzo di cui non va particolarmente fiera. L’atteggiamento insensibile che aveva avuto l’ha spinta a scrivere il libro – per lei una sorta di espiazione – che ha ispirato il film Wonder, ora in onda su Raiuno. (agg. di Silvana Palazzo)
WONDER, LO SCOPO DELLA STORIA
È un bellissimo romanzo ad aver ispirato Wonder, il film, in onda stasera su Rai1 alle 21:25, con Julia Roberts, Jacob Tremblay e Owen Wilson. Una storia raccontata da R.J. Palacio nel suo romanzo. Il vero protagonista di questa commovente storia è August Pullman, un bambino che ha undici anni e che spera un giorno di diventare un astronauta per andare nello Spazio in modo che nessuno possa obiettare sul suo aspetto. August ha infatti una rara sindrome, la sindrome di Treacher Collins, che lo porta ad avere un aspetto molto “diverso” da quello degli altri bambini. La sua famiglia è amorevole e lo coccola, ma è quando arriva il momento di frequentare la scuola media e di frequentare altri bambini che le cose per lui si fanno davvero difficili. Il vero scopo dello scrittore è quello di raccontare il modo di vivere e affrontare le difficoltà quando si parla di “diversità”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
WONDER, IL ROMANZO DI R.J. PALACIO
Wonder è un film che si ispira alla storia raccontata nel libro di R.J. Palacio. Non si tratta del tutto di una storia vera, ma di una ispirata ad un episodio accaduto all’autrice. Il rimuginare su quell’episodio che vi raccontiamo di seguito ha spinto la scrittrice a liberarsi dai sensi di colpa per la sua reazione dedicando al tema un libro. «Sono stata davvero arrabbiata con me stessa in seguito, per il modo in cui avevo reagito. Quello che avrei dovuto fare sarebbe stato semplicemente rivolgermi alla bambina iniziare una conversazione, dimostrando ai miei figli che non c’era nulla di cui aver paura», disse nell’intervista rilasciata a All Things Considered di NPR. Così è nata la storia di Auggie Pullman, protagonista di Wonder. Il bambino soffre di una malformazione craniofacciale causata dalla sindrome di Treacher Collins. Purtroppo non esiste una cura, ma con specifici trattamenti e operazioni chirurgiche si possono ridurre le difficoltà suddette e migliore l’aspetto estetico. (agg. di Silvana Palazzo)
WONDER, LA STORIA VERA DEL FILM
Questa sera su Rai 1 in onda in prima serata il film Wonder, diretto da Stephen Chbosky e con protagonisti Jacob Tremblay, Julia Roberts e Owen Wilson. Una pellicola che ha avuto grande successo e che rappresenta l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da R. J. Palacio e pubblicato nel 2012. Wonder è un film per grandi e piccini, ma qual è la storia vera? A raccontarla è stata la stessa scrittrice statunitense nel corso di un’intervista: il libro è nato da una esperienza personale, legata alla vita di tutti i giorni. L’autrice era al parco insieme ai figli ed ha incontrato una bambina affetta dalla Sindrome di Treacher Collins: R. J. Palacio ha spiegato che la sua prima reazione è stata quella di alzarsi di scatto dalla panchina per allontanarsi per il timore che il figlio più piccolo potesse spaventarsi e dire qualcosa di spiacevole nei confronti della bimba. Una situazione che le ha provocato grande turbamento, in particolare per il suo comportamento insensibile, tanto da spingerla a scrivere il romanzo…
WONDER, IL RACCONTO DI R.J. PALACIO
«Mi sono poi cominciata a chiedere come poteva essere una vita con questa differenza così grande e una volta a casa, la sera, rimasta da sola nel mio studio, cominciai a scrivere questo libro con la speranza che la vita sarebbe andata bene per quella ragazzina. Ero ossessionata dalla sua storia nonostante non la conoscessi», ha spiegato R. J. Palacio in un’intervista ai microfoni di Huffington Post. Wonder, così come la sua storia vera, rappresenta uno strumento per moltissime persone e, secondo l’autrice, ha iniziato ad aprire un mondo di possibilità a gente che non era rappresentata in nessun modo. Insomma, la scrittrice ha spiegato: «Ha dato la possibilità di discutere di temi che prima non venivano mai affrontati come le differenze, la tolleranza, la gentilezza nei confronti del prossimo, l’empatia, tutte cose che tutti vorremmo avere e di cui pariamo, ma che – spesso – non riusciamo a mettere in atto nella vita di tutti i giorni».
WONDER, LA SINDROME DI TREACHER COLLINS
Wonder trae dunque ispirazione da una storia vera, legata alla sindrome di Treacher Collins, anche conosciuta come sindrome di Franceschetti-Zwahlen-Klein o disostosi mandibolo facciale. Parliamo di una patologia autosomica dominante, causata da anomalie dello sviluppo dei primi archi branchiali, strutture embrionali segmentati che compaiono intorno alla 4° settimana di vita dell’embrione. L’ospedale Bambino Gesù ha reso noto che nasce con la TCS un individuo ogni 10-50 mila. La malattia è caratterizzata da uno sviluppo deficitario delle osse zigomatiche e mandibolari, nonché da anomalie dei padiglioni auricolari e anomalie delle palpebre inferiori. Quasi un paziente su due ha una ipoacusia – indebolimento dell’orecchio – trasmissiva e ipoplasia dell’orecchio medio. Altre possibili anomalie includono la palatoschisi con o senza labioschisi e stenosi/atresia delle coane uni o bilaterale.