Il comandante pilota Gianni Guiducci, con le interviste al Sussidiario, ha suscitato un grande interesse tra molti lettori. Ma per gli argomenti trattati che riguardano, nel suo complesso, la sicurezza del volo nell’aviazione civile in una società globalizzata e sempre più mobile, Guiducci ha coinvolto soprattutto, in un dibattito che continua sui siti internet specializzati in materia, molti esperti e tecnici del settore, molti piloti, diversi responsabili della sicurezza del volo.
L’impressione è che in molti si interroghino su quello che Guiducci ha messo in luce: sia la questione dell’avvicinamento alle piste di atterraggio, sia il problema del risparmio di carburante, sia il nodo del futuro tecnologico, con proposte avveniristiche anche nella cabina di pilotaggio, sia la sottolineatura – che Guiducci ribadisce con insistenza – sull’addestramento dei piloti.
In questi giorni il Sussidiario lo ha riascoltato e lui ha esordito in questo modo: “Si ricorda la conclusione della nostra ultima chiacchierata? Quello che a lei interessava era: quali suggerimenti può dare? Come le avevo risposto? Secondo me va affrontato il problema dell’addestramento. La preoccupazione è che diversi piloti non siano addestrati sufficientemente su alcune procedure: basta un corso di alcune ore. Ciò che stupisce è che coloro che li devono addestrare, chi li deve controllare e gli organi dell’Authority, non si siano accorti della situazione”.
Guiducci, ma dopo la sua segnalazione la situazione è stata almeno affrontata?
Posso dire una cosa. C’è sicuramente un gran dibattito, ma non mi è giunta nessuna notizia di azioni correttive al riguardo. Anzi, c’è qualche notizia negativa.
Vuole gettare allarme?
Non è affatto la mia intenzione, del resto sono come voi un osservatore di ciò che accade. L’esito della mia ricerca aveva sancito che diversi piloti non hanno una conoscenza adeguata del Visual Descent Point. Rimaneva il dubbio se era dovuto a un loro inappropriato studio o se la problematica scaturisce da altri motivi.
Ci vuole dire che si parla dei problemi da lei sollevati, ma non ci sono novità. È questo il punto?
Mi lasci andare con ordine. Se controllate su internet troverete – tra le altre – una Scuola di volo base in Usa (con ente certificatore/authority la Federal Aviation Administration) e in Europa (con ente certificatore/ authority la European Union Aviation Safety Agency). La scuola prepara piloti privati, commerciali e di linea aerea, con corsi tecnici teorici, di addestramento in volo e utilizzo di simulatori. Dichiara che negli ultimi anni ha preparato ben 353 allievi che hanno partecipato ai loro corsi. Sul sito hanno inserito alcuni video, foto e articoli per mostrare il loro livello di addestramento”.
A parte questa pubblicità?
Uno di tali approfondimenti riguarda appunto il Visual Descent Point, argomento inerente il sondaggio da me effettuato. La spiegazione è firmata da un loro “pilota istruttore”, di cui allegano anche un succinto curriculum. Dobbiamo ritenere che se gli hanno affidato la stesura, non può trattarsi dell’ultimo arrivato. Purtroppo nell’articolo si riscontrano alcuni errori e imperfezioni.
E nessuno dice nulla al riguardo?
Alcuni lettori hanno avanzato le loro perplessità e suggerito di correggere almeno un grave errore. A mio modo di vedere, l’autore della mini-lezione avrebbe dovuto controllare quanto indicatogli e modificare adeguatamente lo scritto, ma ciò non è accaduto. Devo dire che mi stupisce la rigidità mentale. Ora, le domande che dovremmo porci diventano: perché non modifica lo scritto? Chi a suo tempo lo ha addestrato è competente? I testi su cui ha studiato sono esatti o riportano l’errore? Tutti i piloti vengono sottoposti a regolari controlli semestrali, possibile che i piloti istruttori/controllori – incaricati di effettuare i checks – non si siano accorti delle lacune? Le altre scuole saranno di livello accettabile? o ha ragione Airbus sulla qualità inconsistente dell’addestramento dei piloti? Come vede le domande che si devono porre sono molte.
Personalmente mi auguro che siamo di fronte a un caso isolato.
Mi dispiace risponderle che non si tratta di un caso isolato. No, su questo argomento, non è l’unico scritto/video errato che si può trovare su internet.
Tutto sommato, nel nostro ultimo colloquio, lei si dimostrava comunque fiducioso. Lo è ancora?
Sì. Come ho già suggerito, intervenendo con un rapido e adeguato corso ai piloti risolviamo la necessità impellente. Resta però anche viva la mia preoccupazione. Ho già fatto presente che saranno necessari circa 600mila nuovi piloti a breve termine. Se il livello di addestramento è quello descritto prima, insisto nell’affermare che sarebbe opportuno intervenire.
Scusi Guiducci non dovrebbe e potrebbe indicare chi sta sbagliando?
Io faccio presente quanto ritengo sia errato, lasciando a chi di dovere approfondire e nel caso intervenire, se i miei modesti suggerimenti vengono ritenuti esatti. Il mio fine non è trovare dei colpevoli. Lo scopo è quello di effettuare degli studi oggettivi. Ritengo – o mi è stato indicato – che qualche cosa non funziona. In aeronautica non è importante indicare chi ha sbagliato o sta sbagliando. Deve restare anonimo, in caso contrario nessuno fa partecipe gli altri dell’accaduto. Su alcune riviste del settore vi sono alcune pagine che riportano “avventure” vissute, senza nome. La disamina eleva la conoscenza di tutti i lettori. L’essenziale è che: la procedura, la regola, il modus operandi, vengano modificate affinché non accada ad altri, raggiungendo un innalzamento della sicurezza del volo.
Vuole concludere con una breve sintesi?
Guardi, diciamo che il computer è bravissimo… ma il pilota è insostituibile. O no?
(Gianluigi Da Rold)