I genitori di Giulio Regeni hanno denunciato il fatto che l’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, non risponde loro “da molto tempo”. A riferirlo sono stati gli stessi, Paola Deffendi e Claudio Regeni, sentiti per la prima volta dalla commissione d’inchiesta bicamerale, parole poi riportate dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano. “Evidentemente – ha detto Deffendi, sempre parlando dell’ambasciatore rinviato in Egitto dall’ex ministro degli esteri, Alfano – persegue altri obiettivi rispetto a verità e giustizia, mentre porta avanti altri con successo iniziative rivolte all’agevolazione di scambi economici, affari, politica e turismo”. La madre del ricercatore ucciso nel 2016 ha aggiunto che le motivazioni addotte da Alfano: “si sono dimostrate fuffa velenosa. Chiedo che rapporti ha ora Alfano, che ora fa l’avvocato, col suo studio legale con l’Egitto”. La versione dei genitori di Regeni è stata poi confermata da Alessandra Ballerini, avvocato della stessa famiglia.
GIULIO REGENI, L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA CONFERMA: “NON RISPONDE ALLE EMAIL”
Il legale ha spiegato che l’ambasciatore “non risponde alle nostre mail e neanche a quelle della famiglia. E lui come primo punto del suo mandato aveva quello di cercare verità e giustizia per Giulio”. Inoltre, secondo l’avvocato, gli egiziani, parole sempre riportate da Il Fatto Quotidiano, spierebbero costantemente papà e mamma di Giulio Regeni: “Ho presentato un esposto alla procura di Genova – ha detto – tempo fa ho comunicato al telefono con i nostri consulenti e loro sono stati subito chiamati a riferire dal commissariato di Doki. Ancora adesso ai convegni in Italia c’è qualche egiziano che fotografa i presenti”. Ad audizione conclusa il presidente della commissione, Erasmo Palazzotto ha rilasciato parole di buon auspicio: “Ora sentiamo ancora di più la responsabilità della nostra missione che è quella di arrivare fino in fondo nella ricerca della verità. Non trascureremo nulla – ha aggiunto – ascolteremo tutte le persone coinvolte, chiederemo ai protagonisti di venire a raccontare il loro operato in questa vicenda e valuteremo con l’ufficio di presidenza se ascoltare gli ex premier e ministri e quelli attuali”.