Gerald Priegnitz e Harald Espenhahn, i due manager tedeschi di Thyssenkrupp, dovranno scontare cinque anni di carcere in Germania. La decisione è arrivata quest’oggi da parte del tribunale regionale superiore di Hamm, che come sottolineano i colleghi di TgCom24.it, ha respinto il ricorso dei due stessi imputati. Entrambi erano già stati condannati in Italia a seguito della morte per incendio di sette operai, avvenuto nello stabilmente torinese della Thyssen nel 2007. Il tribunale di Essen aveva dichiarato esecutive le pene italiane, adeguandole però al diritto tedesco, che prevede una detenzione massima di cinque anni. Gerald Priegnitz e Harald Espenhahn erano accusati dei gravissimi reati di omicidio colposo e incendio doloso per negligenza, e in Italia erano stati condannati in Cassazione a 6 anni e 10 mesi il primo, e a 9 anni e 8 mesi il secondo.
THYSSENKRUPP: IL COMMENTO DEL PM GUARINIELLO
Graziella Rodinò, la mamma di Rosario, uno dei sette operai morti, ha commentato la decisione del tribunale di Hamm con tali parole: “Giustizia sarà fatta quando saranno realmente in galera. E’ una notizia che alimenta la speranza di giustizia – ha aggiunto, mettendo le mani avanti – ma troppe volte sono riusciti a trovare il modo di non scontare la pena. Quando saranno dietro le sbarre, allora ci crederemo…”. Il pubblico ministero, Raffaele Guariniello, ha invece commentato soddisfatto: “Era una ferita da rimarginare. Non era giusto, ma un’altra cosa importante da sottolineare – ha ricordato- è che la pronuncia dei magistrati di Hamm conferma che il processo Thyssenkrupp fu un processo giusto”. I due manager della Thyssen erano stati condannati in primo grado a 16 anni e sei mesi (Espenhahn), mentre Priegnitz e altri quattro manager italiani, ad un massimo di 13 anni e 6 mesi. Nel 2013 l’Appello aveva ulteriormente ridotto le pene, poi la Cassazione, nel 2014, aveva ordinato un nuovo processo per ridefinire le pene, poi definitivamente confermate a maggio del 2016.