Ieri è iniziato il Festival di Sanremo 2020, una kermesse con protagoniste le donne anche se Jo Squillo non ha risparmiato aspre critiche al direttore artistico Amadeus. Questa sera Sabrina Salerno sarà la co-conduttrice, ma la cantante milanese non sarà al suo fianco: Giovanna Coletti non è stata invitata alla 70esima edizione del prestigioso Festival. Il celebre brano “Siamo donne” compie trent’anni, ma Sanremo sembrerebbe aver dimenticato questa canzone: «Mi meraviglio che Amadeus abbia iniziato il festival senza ricordare quel brano o usarlo per raccontare la lotta per le donne. L’ho scritta 30 anni fa e da allora è considerata un inno alla femminilità. E’ ancora molto amata, l’ho subito pensata come una canzone femminista. Allora ero incazzata perchè non davano spazio alle donne e ci trattavano male. Non è cambiato nulla». E, come confermato dalla stessa Jo Squillo ai microfoni de Il Messaggero, «purtroppo non è arrivato nessun invito. Se lo avessero fatto ci sarei andata. Da femminista».
JO SQUILLO: “GUARDO SANREMO 2020 PER SABRINA SALERNO”
Jo Squillo ha spiegato che guarderà il Festival di Sanremo «per Sabrina, l’ho sentita per farle l’in bocca al lupo. E’ una grande, è molto conosciuta all’estero, la sua musica è amata. Ha resistito a tutto». La cantante ha inoltre evidenziato che sarebbe felice se la Salerno cantasse la canzone “Siamo donne”. Ma Sanremo è maschilista? «Su alcune cose siamo anche tornati indietro. Sanremo è una bella vetrina, che però rispecchia anche il peggio della società», ha spiegato Jo ai microfoni de Il Messaggero, evidenziando poco dopo: «Sul palcoscenico sento usare linguaggi discutibili. Penso a Junior Cally, i cui testi sono indice di un’arretratezza culturale vergognosa. Trap non è punk? No. E’ raccapricciante. Donne che devono “stare zitte”, o finire in una bara. E’ irricevibile. La trap, se è soldi droga e maschilismo, non serve. Viene dai ghetti americani, gli italiani copiano e basta. Potremmo invece raccontare una società più umana, rispettosa. La trap mi fa paura».