Il Festival di Sanremo 2020 è stato il Festival di Amadeus. Quanto più passano le ore tanto più si moltiplicano gli interventi in cui viene sottolineata la sua bravura, la sua capacità di (senza averne l’aria) far diventare importanti tutti gli altri.
L’ascolto record di questo Sanremo – il 60% dell’ultima serata è da nazionale di calcio – porta la sua firma anche se ovviamente i meriti non sono solo suoi, e sto pensando al modo eccezionale in cui la Rai ha fatto squadra parlando di festival in ogni occasione e azzerando la contro-programmazione.
Al festival di Sanremo tutto è sempre molto sopra le righe: il litigi tra Morgan e Bugo, quelli tra Fiorello e Tiziano Ferro, i vestiti shock, gli orari improbabili, le scenografie rutilanti, le scalinate: forse proprio per questo ha brillato la normalità da mediano di Amadeus, che ama ripetere, da tifoso interista qual è, “io sono un po’ come Oriali”. Con il suo fare signorile, quotidiano, normale, con la timidezza di chi entra nel salotto di casa in punta di piedi perché non vuole disturbare, ha fatto splendere i cantanti, gli ospiti, i comici, l’orchestra e i funzionari della Rai.
Ha fatto splendere anche sua moglie Giovanna, sempre in prima fila ad applaudirlo con il figlio vicino, dando così a vedere che i due sembrano amarsi e rispettarsi come due piccioncini al punto di avere l’account Instagram unito, cosa che al giorno d’oggi, credetemi, è mostra di un vincolo d’amore straordinario.
Grazie a questa decisione unica di gestire il proprio profilo social, scopro che Amadeus ha una normalissima famiglia con le ferite di oggi. Perché quello di Amedeo Umberto Rita Sebastiani – il nome completo di Amadeus – è il matrimonio numero due che però, sorpresa, è religioso, venuto dopo un percorso accidentato, con anni di convivenza alle spalle, dieci anni di matrimonio solo civile e dopo un altro matrimonio. Un matrimonio “normale” quindi, ma, visto il sacramento, anche atipico.
Si sono sposati in un cappella privata di Roma al luglio dell’anno scorso e in quell’occasione la moglie, Giovanna Civitillo, raccontava a Chi: “questo matrimonio è il coronamento di un sogno. Ci teniamo entrambi, siamo molto credenti. E ora che è arrivato l’annullamento del precedente matrimonio religioso di “Ama” possiamo consacrare il nostro amore come desideriamo”.
Questa normalità timida di chi non nasconde le ferite, le difficoltà, l’inclinazione alle “papere” è un ingrediente straordinario per capire il successo e la simpatia di chi ha condotto Sanremo a suon di record. Nessuno di noi entrerebbe su un palco a suon di fanfara come Benigni, né indosserebbe abiti eccentrici come quelli di Lauro o di Elodie, e sappiamo bene di non saper far ridere come Fiorello, ma tutti noi, crediamo di essere in grado di saper dire, come Amadeus, “Signore e signori…”. Il successo della normalità sta proprio nella possibilità per ciascuno di noi di rivedersi, di identificarsi. Noi guardiamo la Tv e crediamo di stare in salotto con un nostro amico e così facciamo il tifo, invece che per il nostro cantante preferito, per Amadeus, uno di noi.