L’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo aver definito il nome dell’epidemia che conta purtroppo 1118 morti e più di 45.200 contagi ora chiarisce anche il nome del virus che sta mettendo in ginocchio mezzo mondo: si chiama Sars-CoV-2 ed è stato assegnato dal Comitato Internazionale per la tassonomia dei virus. La scelta di questo particolare e inquietante nome evocativo non è ovviamente casuale: si tratta di un “fratello” dei coronavirus che nel 2002-2003 provocarono la temibile Sars (Severe acute respiratory syndrome) con il nome del virus che in quel caso si chiamava Sars-CovS. «Il virus Sars-Cov-2, che sta per ‘Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2’ è quindi il responsabile della malattia Covid-19. Come per Hiv e Aids, anche in questo caso si utilizzanoo nomi diversi per indicare il virus e la malattia», spiega il virologo Benjamin Neuman, della Texas A&M University di Texarkana. Secondo l’esperto il nuovo coronavirus fa parte di quello stesso ceppo di virus che ha causato la Sars con quasi mille morti provocati in un lasso di tempo più lungo dell’emergenza epidemia ancora in corso a Wuhan. Secondo il gruppo di studio che sta analizzando il Coronavirus attuale, l’epidemia di Covid-19 «colpisce le basse vie respiratorie ed è il terzo caso in soli due decenni, di un coronavirus che riesce a fare il cosiddetto ‘salto di specie’, che permette a un virus di per aggredire una specie diversa da quella che lo ospita abitualmente».
CALANO CONTAGI CORONAVIRUS: “EPIDEMIA FINIRÀ AD APRILE”
I due cinesi ricoverati per Coronavirus allo Spallanzani sono stabili in terapia intensiva mentre il cittadino italiano di ritorno da Wuhan e rimasto contagiato «è in buone condizioni generali e soprattutto senza febbre. Continua la terapia antivirale». Secondo il bollettino dell’ospedale romano, le 20 persone che erano nella comitiva assieme ai due cinesi contagiati in Italia con il Covid-19 «non presentano alcun sintomo» e sono risultati negativi più volte al test sul Coronavirus. Per questo motivi nei prossimi giorni, forse già da domani, potrebbero essere rilasciati dallo Spallanzani. Nel frattempo, mentre a livello globale continua la “pandemia” sul fronte economico (le Borse), commerciale (scambi petrolio) e sportivo (rinviato ufficialmente il Gp di Formula 1 in Cina di metà aprile) arrivano importanti novità sul fronte sanitario dalla Commissione sanitaria nazionale della Repubblica Popolare: a livello di contagi, la giornata di oggi vede il numero più basso dai 1347 casi nuovi del 31 gennaio. Il segnale, al netto delle tantissime vite, è positivo e guarda ai prossimi mesi come decisivi: il consulente medico del governo cinese, l’83enne epidemiologo Zhong Nanshan, ritiene che il picco del coronavirus potrebbe arrivare molto presto «l’apice dei contagi dovrebbe arrivare a metà o fine febbraio, seguito da una fase di stabilità per poi diminuire, e concludersi entro aprile», spiega il professore noto per aver già combattuto l’epidemia di Sars nel 2003.
1115 MORTI, L’EPIDEMIA NON SI PLACA
Va aggiornato il numero dei morti a seguito dell’epidemia coronavirus. Le vittime sono salite a 1.115 in base ai dati aggiornati della John Hopkins University. I decessi rimangono fortemente concentrati nella provincia di Hubei dove sono morte ben 1.068 persone. I contagiati totali sono invece 45.188, e di questi, ben 44.670 sono dislocati nella Cina continentale. Per quanto riguarda i dati sulle nazioni straniere, il paese maggiormente contagiato risulta essere la Germania, dove si sono registrati 16 casi (nessun decesso), seguita dall’Australia con 15 pazienti, e dagli Stati Uniti con 13. L’Italia, invece, rimane sempre ferma a tre infetti, leggasi i due turisti cinesi in viaggio a Roma, e il ricercatore italiano rientrato dalla Cina negli scorsi giorni. Per quanto riguarda i contagiati guariti, invece, si tratta di 4.850 persone, di cui 51 fuori dalla Cina. Numerosi i voli soppressi o cancellati da quando è iniziata l’epidemia, e attualmente rimangono operativi 710 voli in 46 diversi paesi. Ricordiamo che l’Italia ha bloccato da giorni i voli da e per la Cina. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS ITALIA E MONDO: IL VIRUS SI CHIAMERÀ COVID-19
Il Coronavirus d’ora in poi si chiamerà “COVID-19”: lo ha stabilito il direttore dell’Oms in un recente punto stampa da Ginevra: il nome è una tra di tra “Corona” “Virus” e “Disease” (ovvero, malattia). Il direttore che poi spiegato come il nome «non contiene alcuna indicazione geografica o riferimento animale o umano. È pronunciabile e serve perché rappresenta uno standard utilizzabile da tutti». Insomma un tentativo di “de-cinesizzazione” del virus che purtroppo continua a colpire soprattutto in quel Paese con più di 1000 morti e oltre 40mila contagiati in neanche un mese: nello stesso briefing a Ginevra, il n.1 dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato come «Il primo vaccino per il Coronavirus potrebbe essere pronto in 18 mesi. Dobbiamo fare di tutto e usare le armi a nostra disposizione per combattere il virus». Nel bollettino di mezzogiorno dell’Ospedale Spallanzani di Roma i medici che hanno in cura i tre cittadini italiani “positivi” al Coronavirus danno qualche lieve segnale di miglioramento: «i cittadini provenienti da Wuhan e positivi al test, sono tuttora ricoverati in Terapia intensiva. Presentano un lieve miglioramento». Risulta per fortuna negativo il test svolto sulla bambina cinese di 9 mesi ricoverata a Prato dopo viaggio in Cina.
TEST VACCINO CORONAVIRUS IN 2-3 MESI
L’emergenza del Coronavirus – sebbene non servisse l’ultimo aggiornamento drammatico sul numero di morti accertate per capirlo – è affare molto, molto serio: nella notte sono stati superati i mille morti in Cina (1018 per la precisione, secondo la mappa del contagio aggiornata costantemente) e dopo l’allarme «minaccia globale» confermato ieri dall’Oms la pandemia anche solo “mediatica” impazza. I timori per una più rapida diffusione del contagio anche fuori dallo Stato cinese sono fondati per le circa 300 persone infettate in ogni parte del mondo: al momento restano numeri molto bassi e per fortuna per nessuno di questi vi è sopraggiunta la morte, ma le varie organizzazioni sanitarie dei singoli Paesi tengono giustamente monitorata la situazione per evitare picchi improvvisi di contagio. l numero di infezioni confermate a livello globale ha raggiunto quota 42.638 a livello di Cina, con quasi 2.500 nuovi casi nelle ultime ore, mentre globalmente sono 43.129 i casi confermati di cui 1018 morti e 4220 già guariti dopo l’insorgenza del Coronavirus. «Due o tre mesi per il primo test del vaccino contro il coronavirus 2019-nCov, condotta su un piccolo numero di persone per verificarne la sicurezza», sono le parole riferite all’Ansa dal celebre immunologo e direttore dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid, Anthony Fauci.
CORONAVIRUS, L’ALLARME DELL’OMS
«Stiamo lavorando con l’azienda biotecnologica Moderna e con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi)», conferma il professore di fama mondiale in merito alle tempistiche ancora lunghe per il vaccino anti-Coronavirus. Mentre dalla Cina arrivano notizie importanti in merito al siluramento dei vertici della Sanità nella provincia di Hubei (dove si trova la città di Wuhan, focolaio del Coronavirus) voluto da Xi Jinping per dare un messaggio anche a livello mondiale sulla lotta contro l’epidemia, in Italia è il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri a tentare di tranquillizzare l’allarme generale di questi giorni nell’opinione pubblica: «mortalità alla fine sarà inferiore al 3%. Ci riuniamo ogni giorno per la task force con tutti i vari attori: aeroporti, esercito, e in base alle notizie che riceviamo dall’Oms decidiamo via via le nostre strategie. La nota positiva è che in Italia il virus non sta circolando». Il Governo con il Ministro Speranza ricorda ancora questa mattina come la situazione del Cornavirus sia molto seria ma al momento non vi è alcuna emergenza per il nostro Paese: certo pesano ancora le parole riferite ieri dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus «Con il 99% dei casi di contagio in Cina, il coronavirus rimane un’emergenza per il Paese, ma rappresenta una grave minaccia per il resto del mondo». La linea del Governo italiano dunque resta di basso profilo per l’allarme contagio ma di fortissima prevenzione: dopo gli aeroporti si potrebbero estendere i controlli sanitari anche nelle stazioni ferroviarie, «in Italia abbiamo monitorato 511 mila persone in tre giorni e abbiamo trovato soltanto otto persone con la febbre, quindi siamo rassicurati» ha spiegato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli «ma certo nel resto del mondo i casi aumentano e noi dobbiamo essere preparati».