Monica è la moglie di Marco Mazzocchi, il giornalista sportivo concorrente della nuovissima edizione di Pechino Express 2020 in partenza da martedì 11 febbraio 2020 in prima serata su Raidue. Una nuova esperienza televisiva per il giornalista che gareggerà con l’amico Max Giusti nella coppia de “i gladiatori”. La partecipazione al reality game di Raidue ha naturalmente acceso i riflettori anche sulla sua vita privata; il giornalista è felicemente sposato con Monica, una donna con cui condivide la sua vita, ma anche tantissime passione. Di lei si conosce davvero poco, visto che Monica è una donna molto riservata e timida. Quel poco che possiamo rivelarvi riguardo la coppia è quello visibile sul profilo Instagram del giornalista che si diverte a condividere scatti della sua vita lavorativa, ma anche privata. Dalle foto pubblicate si evince che Marco e Monica sono due grandi appassionati di viaggi. Nessun figlio al momento per la coppia, che però è follemente innamorata dei nipoti Livia e Sofia, le due figlie del fratelli.
Marco Mazzocchi e la moglie Monica tra viaggi e Pechino Express
La storia d’amore tra Marco Mazzocchi e Monica dura da diverso tempo, ma i due hanno sempre preferito raccontare e condividere davvero poco della loro vita privata. Chissà che con la partecipazione a Pechino Express 2020 le cose non possano cambiare, visto che il giornalista si ritroverà a vivere un’avventura davvero fuori dal comune che potrebbe spingere la moglie a commentare e quindi “uscire allo scoperto”. Intanto ricordiamo che il giornalista sportivo farà coppia con l’amico Max Giusti che, intervistato da Blogo, ha rivelato i motivi che l’hanno spinto ad accettare la cosa: “Marco Mazzocchi, mio amico dai tempi di Quelli che il calcio con Simona Ventura, mi chiese di partecipare alla primissima edizione di Pechino Express, ma non si poteva. Dopo la fine del mio contratto con Discovery, durato oltre tre anni, Rai2 mi ha telefonato proponendo Pechino. Ho risposto di no, col cavolo. Alla terza richiesta ho capito che Pechino poteva essere un modo per farmi rivedere dagli ascoltatori della Rai e per far scoprire l’altro lato mio, quello non del professionista che conduce un game”.