Si nascondeva in convento per sfuggire alla giustizia ma alla fine una donna, latitante, è stata denunciata proprio dalle suore che la ospitavano, insospettite dalla sua presenza. A svelare lo stratagemma è Corriere.it che spiega una donna 47enne originaria di Acqui Terme sia riuscita a mettere a punto uno stratagemma per sfuggire all’accusa di truffa. “Sono la superiora di un convento in Piemonte, c’è da aiutare la nipote di una nostra consorella: ha bisogno di un posto dove stare. Vi lascio il numero, richiamatemi”, diceva, ma dall’altro capo della cornetta non vi era alcuna Superiora. A rispondere era sempre lei, che era costantemente a caccia di un rifugio per sfuggire alla giustizia. Approfittando della generosità delle religiose, la latitante è passata da convento a convento facendola sempre franca e riproponendo spesso la stessa storia: “Non so dove andare, finora mi aiutava mia zia suora, ma adesso è malata, è stata ricoverata, aiutatemi, vi prego ospitatemi per qualche giorno”. Uno stratagemma che ha avuto successo fino a quanto non si è presentata nel convento delle “Benedettine dell’adorazione perpetua del S.S. Sacramento” a Gallarate dove le suore si sono insospettite ed hanno chiamato la polizia che ha provveduto al suo arresto nel carcere femminile di Como.
NASCOSTA IN CONVENTO: SUORE LA DENUNCIANO, ARRESTATA
Ora la latitante è accusata di aver messo in atto uno stratagemma studiato nei minimi dettagli per riuscire a sfuggire alla giustizia che la ricercava per un residuo di pena di 2 anni e 4 mesi per i reati di sostituzione di persona oltre che truffa, furto e falsità in genere, nascondendosi nei vari conventi. La donna era in possesso di una tessera sanitaria contraffatta e di una scheda telefonica attivata attraverso documenti rubati. Giunta nel convento di Gallarate, le suore che l’avevano accolta avrebbero iniziato a dubitare di alcune risposte della donna in contraddizione con quanto aveva dichiarato in un primo momento. Avvisata la polizia, gli agenti si sono recati nel convento procedendo alla verifica della sua identità anche se fino all’ultimo la 47enne avrebbe finto di essere un’altra persona. Alla fine è scattato nei suoi confronti l’arresto per la pena da scontare, oltre che una denuncia per sostituzione di persona e false attestazioni a pubblico ufficiale.