È morto George Coyne, l’astronomo del Papa: il sacerdote gesuita statunitense si è spento martedì all’Upstate University Hospital di Syracuse, nello Stato di New York. Aveva 87 anni e combatteva contro un tumore. Fino a pochi mesi fa era a capo di un team di ricercatori astronomici dell’Università dell’Arizona, ma per 28 anni è stato direttore della Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico della Chiesa a Castel Gandolfo. Durante il suo lungo mandato ha creato una succursale sul monte Graham in Arizona. Ad annunciare la morte dell’astronomo è stata la Specola Vaticana, che su Twitter ha ricordato padre George Coyne come «esempio di leader carismatico e di scienziato nonché di divulgatore. Sotto di lui la Specola si è modernizzata. Che riposi nella pace del Signore!». Fu Papa Giovanni Paolo I a volere l’astronomo alla guida della Specola Vaticana nel settembre 1978. Il successore Giovanni Paolo II lo confermò, così rimase in carica fino al 2006. Karol Wojtyla, proprio su consiglio di George Coyne, aprì al confronto tra fede e scienza.
GEORGE COYNE, MORTO ASTRONOMO PAPA: FECE RIABILITARE GALILEO
Così si arrivò alla riabilitazione ecclesiastica dell’astronomo pisano Galileo Galilei. Era stato infatti costretto all’abiura delle sue idee scientifiche dal Sant’Uffizio. Giovanni Paolo II ammise gli errori dell’Inquisizione su Galilei e dichiarò che lo scienziato «ebbe a soffrire molto nelle mani della Chiesa». Ma George Coyne ha coltivato anche interessi nel campo della filosofia e della storia della scienza che lo hanno portato nel 1983 alla fondazione della collana di pubblicazioni “Studi Galileiani”. Questa rivista, la prima dedicata esclusivamente a ricerche storiche su Galileo, ha rappresentato un foro internazionale in cui ci si è incontrati per discutere l’opera e il pensiero di colui che ha fissato le basi della scienza moderna. Da direttore della Specola ha promosso l’istituzione a Tucson, in Arizona, installando sul Monte Graham un telescopio con specchio da 1,8 metri che ha rappresentato il prototipo delle ottiche astronomiche di nuova tecnologia che sono state usate anche per il telescopio Lbt con due specchi di 8 metri, sistemato sulla stessa montagna.