Sant’Emanuele si celebra come ogni anno il 26 marzo, questi è considerato il protettore della fiducia. Emanuele di Anatolia visse nel III secolo, nella zona dell’attuale Turchia. L’epoca in cui vissero sant’Emanuele e i suoi compagni di martirio era teatro, in Asia Minore, di feroci persecuzioni ai danni dei Cristiani. Viene ricordato con Codrato (noto anche col nome di Quadrato) e Teodosio, in quanto i loro martiri avvennero in conseguenza l’uno dell’altro, in tempi ravvicinati. Secondo quanto riportato dalle agiografie, il primo a essere martirizzato fu Codrato. Vescovo a capo di una piccola comunità di cristiani, aveva ricevuto più volte dai pagani avvertimenti atti a impedirgli di professare la sua fede e svolgere il suo ruolo all’interno della comunità, battezzando i fedeli che via via si aggiungevano al nucleo già esistente, e prendendosi cura di feriti e prigionieri. Questa sua resistenza non violenta, nota come Rivolta di Codrato, doveva però costargli la vita. Infatti, a seguito del suo rifiuto di piegarsi fu dapprima arrestato e torturato, com’era triste consuetudine per l’epoca, e infine giustiziato mediante decapitazione. L’impressione sui fedeli fu talmente forte che due di essi, Teodosio ed Emanuele, non esitarono a testimoniare la propria fede cristiana al governatore della provincia, seppure consapevoli di quali sarebbero state le conseguenze. In seguito a questo atto di coraggio, vennero prima torturati senza pietà, e poi giustiziati mediante decapitazione. Ma neanche tale barbarie servì a intimorire i compagni di fede dei tre martiri: pochi giorni dopo, dal governatore della provincia si presentarono in trentanove, di ogni età ed estrazione sociale, per dichiarare il proprio credo cristiano. Anche in questo caso le torture non ebbero l’esito sperato dai carcerieri, in quanto, nonostante la ferocia dei tormenti inflitti ai Cristiani, nessuno rinnegò la propria fede, preferendo il martirio.
Sant’Emanuele, un giovane uomo
Nell’iconografia cattolica, Sant’Emanuele è rappresentato come un giovane uomo, legato a un albero e con le mani giunte in preghiera. Il corpo reca ben visibili i segni delle torture subite, ed è trapassato da chiodi. In un angolo è sempre presente una palma, tradizionale attributo dei martiri, che simboleggia da un lato la vittoria, dall’altro l’immortalità. Una delle prime tracce della palma nella simbologia cristiana si trova nei Salmi: “come fiorirà la palma così farà il giusto”. L’accostamento nasce da una caratteristica peculiare della palma, che genera un’infiorescenza quando sembra essere definitivamente morta. Allo stesso modo, il martire verrà ricompensato in Paradiso.
Gli altri Beati del giorno
Oltre ai Santi Emanuele e C.mm., il 26 marzo, vengono commemorate altre importanti figure del culto cristiano-cattolico. Tra essi San Gabriele Arcangelo, che è oggi celebrato dalla Chiesa Maronita, e San Castulo martire, funzionario romano al servizio di Diocleziano, convertito al Cristianesimo da San Sebastiano, morto per difendere la propria fede. Sempre in questo giorno è ricordata anche la Beata Maddalena Morano, dell’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice.