COSENTINO (INAPI) APPOGGIA QUOTA 41
Tra le richieste di riforma pensioni dei sindacati al Governo c’è anche quella di introdurre Quota 41 nel nostro sistema. Verrebbe così raccolta un’istanza che i lavoratori precoci hanno presentato da tempo e per cui manifesteranno il prossimo 25 marzo a Roma. Una manifestazione cui parteciperà anche Domenico Cosentino, Presidente del Patronato Inapi. “Fermamente convinto che 41 anni siano più che sufficienti per poter accedere alla quiescenza e altrettanto convinto che una pensione calcolata col contributivo produrrebbe una pensione eccessivamente bassa, è disposto a scendere in piazza per darvi il suo sostegno in modo attivo. Certo che solo uniti e mettendoci la faccia si possa essere ascoltati dal Governo, vi offre fin da ora la sua disponibilità per promuovere in ogni modo tale iniziativa”, il suo messaggio riportato da pensionipertutti.it. vedere se il Governo accoglierà la richiesta dei sindacati e dei lavoratori precoci. Al momento l’esecutivo non si è sbilanciato con una proposta concreta.
LE POLITICHE PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE
Nei dibattiti relativi alla riforma pensioni, recentemente si è tornati a evidenziare il problema della futura sostenibilità del sistema visto l’andamento demografico del nostro Paese. Vanna Iori, in un articolo pubblicato sull’Huffington Post, spiega come sia “urgente avviare una serie di azioni concrete di politiche economiche, investendo risorse sulla ripresa della natalità. Se questo esecutivo vuole dare un segno di svolta, dopo aver abbassato il costo sul lavoro e aver tracciato le prime misure del Family Act con uno stanziamento di 2 miliardi, deve necessariamente aumentare gli aiuti alle famiglie e ai giovani che desiderano costruirne una”. In questo senso la Senatrice del Pd ritiene “che l’elemento reale di svolta stia nella capacità di incrementare l’occupazione femminile, poiché (contrariamente allo stereotipo) quanto più le donne lavorano e hanno un’indipendenza, tanto più fanno figli. Basta guardare al nostro Paese e agli ultimi dati Istat: al Nord, dove è più alta l’occupazione femminile, si registra un numero maggiore di nascite”.
GUALTIERI SU QUOTA 100
Roberto Gualtieri prova a chiarire ancora le intenzioni del Governo in tema di riforma pensioni, spiegando, ospite della trasmissione “Il mix delle 5” in onda su Radio 1, che Quota 100 non va abolita subito, mentre il Reddito di cittadinanza va migliorato sul fronte delle politiche attiva sul lavoro. Intanto Giorgio Airaudo, ex deputato e ora membro della segreteria piemontese della Fiom, intervistato dall’edizione torinese del Corriere della Sera non nasconde di ritenere sbagliata la partecipazione di uno dei dirigenti regionali della Cgil a una manifestazione della Lega al Lingotto. Airaudo è in particolare preoccupato che possa passare l’idea che Salvini “sia l’unico a occuparsi di alcuni temi tipicamente di sinistra”, come ad esempio “le pensioni: fa il paladino grazie a Quota 100, ma è una misura per molti aspetti criticabile e che lascia indietro i giovani e le donne”. Dal suo punto di vista “la sinistra ha creato un vuoto di rappresentanza politica nel mondo del lavoro, un vuoto riempito principalmente dal partito del non voto, ma che ora Salvini cerca di occupare”.
IL GAP UOMINI-DONNE
Uno dei problemi aperti in tema di riforma pensioni riguarda il gap esistente nell’importo degli assegni erogati agli uomini e quelli erogati alle donne. Il Centro studi di Itinerari previdenziali evidenzia però che le donne hanno un numero maggiore di pensioni pro-capite e prevalgono tra i percettori di pensioni ai superstiti o prodotte da ‘contribuzione volontaria’, che normalmente sono di modesto importo a causa di livelli contributivi molto bassi. Per Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari previdenziali “affermare dunque in modo non analitico ma con elementare operazione di divisione, che le donne ricevono una prestazione di gran lunga minore rispetto agli uomini è sì corretto dal punto di vista formale ma non da quello sostanziale”. “Va inoltre considerato che questa situazione riflette l’andamento del mercato del lavoro italiano”, sono le sue parole riportate dal sito di SkyTg24, nelle quali si fa riferimento al tasso di occupazione e ai livelli retributivi che continuano a essere sfavorevoli per le donne.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MAZZAFERRO
In un articolo pubblicato su lavoce.info, Carlo Mazzaferro riporta i risultati di un progetto di ricerca svolto su dati amministrativi dell’Inps nell’ambito del programma Visitinps, dal quale emerge che “durante il lungo periodo che ci sta portando lentamente al sistema contributivo e che terminerà all’incirca nel 2035, il sistema pensionistico italiano ha continuato a essere un buon affare per tutti i percettori di pensioni”. Un’indicazione utile in tempi in cui si parla di riforma pensioni. Di fatto i contributi versati hanno avuto un rendimento, misurabile nelle prestazioni erogate, decisamente più alto di quello ipotizzabile con dei normali piani di investimento. “Il guadagno risulta poi particolarmente elevato per coloro che sono andati in pensione presto”. Quanti lo hanno fatto a 55 anni è come se avessero raddoppiato il valore dei contributi versati.
LA CONVENIENZA DEL SISTEMA RETRIBUTIVO
“È una conferma empirica del fatto che, all’interno del sistema di calcolo retributivo, l’anticipo nel pensionamento è sempre estremamente conveniente per chi ne può beneficiare, se misurato in un’ottica intertemporale”, evidenzia il Professore associato di Scienza delle finanze. Mazzaffero spiega anche che non sono “i percettori di redditi elevati ad avvantaggiarsi di più di questo tipo di trasferimento”. Questo “a causa del fatto che il rendimento dei contributi versati risulta decrescente al crescere del reddito all’interno della formula retributiva”. Dunque anticipare il pensionamento di chi ha quote di pensione retributiva può risultare “un bel regalo per loro e un ulteriore costo per le generazioni future”.