Dori Ghezzi ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai Due in questa domenica 16 febbraio 2020. Il motivo della sua partecipazione è legato al grande amore della sua vita, Fabrizio De Andrè. Come si apprende dalle anticipazioni rilasciate dall’Ufficio Stampa della Rai, Dori Ghezzi presenterà infatti il docufilm firmato da Walter Veltroni intitolato “Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato”, in procinto di uscire nelle sale cinematografhiche con un evento speciale in occasione dell’80° anniversario della nascita di Faber. Come riportato da Il Secolo XIX, Dori Ghezzi ha così commentato il lavoro di Walter Weltroni, che ripercorre il legame tra la band milanese e il cantautore, a partire dalla ritrovata registrazione video completa del concerto del 3 gennaio 1979 a Genova: “Su quel palco Fabrizio e la Premiata Forneria Marconi avevano una naturalezza speciale che forse derivava proprio dalla consapevolezza di non essere ripresi: era come se Fabrizio e la Pfm avessero sempre suonato insieme. Il film è straordinario perché rievoca quegli anni. La scelta di unire il cantautorato al rock fu molto coraggiosa. Tutti dicevano a Fabrizio di non farlo e proprio per questo ha dato il via al sodalizio. Non c’erano pianificazioni o discorsi legati al marketing, hanno osato nel segno di un’arte libera”.
DORI GHEZZI: “TEMEVO QUESTO FILM, MA NON HO SENTITO NOSTALGIA”
Ma come si può spiegare la “sparizione” del concerto di Fabrizio De Andrè con la PFM? Forse nasce tutto dall’ostilità nei confronti della tecnologia di Faber, come ipotizzato dal Corriere della Sera. Dori Ghezzi ricorda come reagì il marito Fabrizio quando scoprì che la bolletta da 19 milioni di lire per il telefono cellulare (che gli era stato clonato) che aveva “sopportato” di avere per un paio di mesi. La moglie di Faber ricorda: “Aveva voluto che andassimo in giardino, ai piedi di un albero. Con una pala aveva scavato una buca per sotterrare il telefono: gli aveva fatto il funerale”. Proprio Dori Ghezzi ha amato il progetto di far rivivere quel concerto: “Lo temevo molto, ma non ho sentito nostalgia. Anzi, ho ritrovato l’atmosfera di quel palco”. Come si chiude il film? Sotto l’albero dove venne “seppellito” il cellulare di De Andrè: un uomo scava con la pala. Sì, il telefonino è ancora lì.