Giungono ulteriori aggiornamenti circa le reazioni provenienti dal mondo politico in merito all’asse Intesa Sanpaolo-Ubi, con la valutazione positiva della situazione anche da parte del ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli: “Ho appreso tale notizia dalla lettura delle agenzie. Monitoreremo indubbiamente la situazione e la sua evoluzione, che deve portare a efficientamento e a una maggior ampiezza di gruppo, senza ripercussioni sul piano occupazionale, in quanto certamente non possiamo permetterci in questo momento ulteriori tavoli di crisi. In ogni caso, valutiamo sicuramente quanto sta accadendo come un aspetto positivo, tipico di un grande campione europeo nel settore bancario”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
INTESA SANPAOLO-UBI, GENTILONI: “L’UE SE NE OCCUPERÀ”
Nuove reazioni dal mondo politico, ma non solo, sull’asse Intesa Sanpaolo-Ubi. La nascita di giganti con bandiera italiana è vista di buon occhio da Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria: «E’ un elemento sicuramente positivo. Noi non entriamo nel merito delle strategie delle singole imprese, però sono sicuramente segnali di vitalità del sistema finanziario italiano», riporta Lapresse. Questo, invece, il commento del commissario agli Affari economici e monetari dell’Ue Paolo Gentiloni: «Non posso commentare notizie italiane di cui si occupano le autorità italiane, se l’operazione dovesse essere notificata se ne occuperanno Qualora le procedure siano notificate, se ne occuperanno le autorità europee». Ricordiamo che l’operazione si pone l’obiettivo di creare il settimo gruppo bancario in Europa per attivi, con la possibilità di realizzare utili consolidati stimati a oltre 6 miliardi nel 2022. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INTESA SANPAOLO-UBI, OFFERTA DA 4,8 MILIARDI
Il settimo polo bancario europeo e il primo in Italia, ma le “mire” di Banca Intesa Sanpaolo vanno ben oltre questi due elementi già comunque importanti nel settore bancario: se ci sarà un’adesione totale di Ubi Banca all’Ops da 4,8 miliardi lanciata a sorpresa nelle scorse ore, gli attuali azionisti della terza banca italiana potranno detenere fino al 10% della nuova società nata dalla combinazione. Ci sono ovviamente diverse condizioni poste e avanzate dall’ad Messina, come ad esempio che Intesa Sanpaolo avrà «una partecipazione pari ad almeno il 66,67%, anche con il 50%+1 delle azioni totali». In attesa di una riposta di Ubi Banca, sentito dall’Agi non ha voluto rilasciare commenti ufficiali l’ex presidente di Intesa Giovanni Bazoli: «Non intendo, almeno per il momento, dare alcun commento, se non per precisare che io ho conosciuto la decisione di Intesa Sanpaolo ieri sera, al momento della comunicazione ai mercati, perché i responsabili della banca hanno ritenuto – credo correttamente, data la mia posizione e la mia storia – di non coinvolgermi in alcun modo nella decisione». (agg. di Niccolò Magnani)
CONDIZIONI E STIME DI BANCA INTESA
Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana, ha lanciato nella notte tra lunedì e martedì un’offerta su Ubi Banca. Una proposta a sorpresa, non concordata con i vertici del quarto gruppo bancario italiano, ma che fonti vicine ad Intesa definiscono come “non ostile“. La mossa di Intesa Sanpaolo, gruppo guidato dall’amministratore delegato Carlo Messina, è stata annunciata dopo il consiglio d’amministrazione: l’istituto ha lanciato quella che in gergo viene definita Ops (Offerta pubblica di scambio) volontaria e totalitaria su Ubi. Intesa Sanpaolo, per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione, offrirà 17 azioni ordinarie di nuova emissione. Il corrispettivo – ai prezzi di chiusura delle azioni Intesa di venerdì 14 febbraio – equivale ad una valorizzazione di 4,25 euro contro i 3,33 della chiusura di Ubi, con un premio del 27,6% sul valore di Borsa di quel giorno.
INTESA SANPAOLO LANCIA OFFERTA SU UBI BANCA: LA STRATEGIA DEL GRUPPO DI CARLO MESSINA
Ma sotto quale chiave bisogna interpretare la decisione di Intesa Sanpaolo di lanciare un’offerta su Ubi Banca. Lo stesso istituto guidato da Carlo Messina in un comunicato ha spiegato: “Intesa Sanpaolo considera UBI Banca tra le migliori banche italiane, radicata nelle regioni italiane più dinamiche, con rilevanti risultati conseguiti grazie all’eccellente lavoro svolto dal Ceo (Victor Massiah, ndr) e dal management e con un valido Piano di Impresa, che nel Gruppo risultante dall’operazione possono trovare non solo continuità di realizzazione ma anche ulteriore valorizzazione“. La nota continua: “Ubi Banca si contraddistingue per le affinità con Intesa Sanpaolo, in particolare per quanto concerne modello di business e valori aziendali, anche perché molte persone del management di UBI Banca hanno avuto un percorso professionale che in precedenza si è svolto nel Gruppo Intesa Sanpaolo“. L’operazione ha dunque l’obiettivo di consolidare il ruolo di Intesa Sanpolo come primo gruppo bancario italiano: “Il modello di business, il posizionamento di mercato e la copertura territoriale, il set di valori condivisi dal management, il forte orientamento al supporto dell’economia italiana e alla crescita sostenibile e inclusiva e la forte presenza di stakeholder italiani rendono Ubi Banca un’azienda che esprime in larga parte un profilo omogeneo a quello dell’Offerente (ossia la stessa Intesa, ndr) e, quindi, un’azienda la cui integrazione potrebbe avvenire in maniera fluida“.
CARLO MESSINA (AD INTESA SANPAOLO): “SAREMO LEADER SISTEMA BANCARIO EUROPEO”
Ad esprimere entusiasmo per l’offerta di Intesa Sanpaolo è stato lo stesso ad, Carlo Messina. Come riportato da La Repubblica, il manager ha commentato: “Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo. L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affidano alla nuova banca supererà il valore di 1,1 trilioni, i ricavi saranno pari a 21 miliardi: queste cifre esprimono tutta la forza dell’economia italiana, le capacità del nostro sistema imprenditoriale e la solidità del patrimonio delle nostre famiglie“. Secondo Messina, “il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una nuova fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l’adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile“.