Cosa direbbe Massimo Troisi dell’Italia odierna? Questa è una domanda che si pongono in molti, soprattutto oggi che il re della comicità avrebbe compiuto 67 anni. Erede di Totò e di Eduardo De Filippo, l’attore di San Giorgio a Cremano è venuto a mancare il 4 giugno del 1994 per un attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche, ma la sua arte resta attuale ancora ai giorni nostri. Il suo stile inconfondibile, alimentato da un’ironia genuina e mai volgare, lo ha reso famoso in tutto il mondo ed i suoi film continuano ad essere tra i più amati dagli italiani: da Non ci resta che piangere a Ricomincio da tre, passando per Scusate il ritardo e Pensavo fosse amore… invece era un calesse, fino a Che ora è? e Le vie del Signore sono finite. Indimenticabile, però, resterà Il postino: Troisi finì di girare il film il giorno prima della morte, lottando contro la malattia per terminare la realizzazione di uno dei suoi capolavori più grandi (ottenne la candidatura ai premi Oscar come miglior attore e per la miglior sceneggiatura non originale, nonchè la vittoria per la migliore colonna sonora).
MASSIMO TROISI, UNA COMICITA’ SENZA TEMPO
«Da ragazzo i miei continui e disinteressati slanci di altruismo mi diedero la fama di buono. Da grande quella di fesso», ironizzava Massimo Troisi, ma in molti ricordano i suoi grandi gesti di cuore lontano dai riflettori del mondo dello spettacolo. Basti solo pensare alla sua importanza dopo il disastroso terremoto dell’Irpinia del 1980: Troisi divenne un punto di riferimento per Napoli ed i napoletani, incarnando uno spirito solo lontano parente degli stereotipi prima rappresentati. Un artista a tutto tondo, dunque, che ha ricordato da vicino un’icona del cinema mondiale come Buster Keaton: come il maestro americano, Troisi è riuscito a interpretare il passaggio dal classico comico napoletano all’artista moderno che, squarciando il velo dell’ironia e dell’allegria, rappresentava i tormenti della gente comune. In tal senso, la figura dell’antieroe troisiano ha riscosso grande successo per la sua capacità di affrontare tematiche mai esplorate dalla commedia, rompendo i soliti clichè e aprendo il campo al crollo delle ideologie e della rassegnazione. Quanto ci manca Massimo Troisi, per fortuna continua a essere sempre presente grazie alle sue pellicole…