Nonostante il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, abbia deciso di recarsi in Africa per la prima volta da quando ha assunto l’incarico di capo del Dipartimento di Stato Usa nell’aprile 2018, non dobbiamo dimenticare che la priorità geopolitica dell’amministrazione Trump rimane l’Indo–Pacifico. Due sono le priorità che Pompeo si è posto. Da un lato sottolineare la pericolosità della trappola del debito cinese e quindi porre in essere una strategia di contenimento anti–cinese. Dall’altro lato rafforzare l’impegno americano in funzione anti–terroristica. A tale proposito la crescente pericolosità di due organizzazioni terroristiche, e cioè la Jama’at Nusrat al Islam wal Muslimin (Jnim), collegata ad al Qaeda, e la Islamic State in the Greater Sahara legata all’Isis, destano in modo legittimo le preoccupazioni di Africom e di Pompeo.
Per quanto riguarda la sua presenza durante la conferenza di Monaco, Pompeo ha sottolineato in modo molto chiaro quali siano le priorità o meglio quali siamo le principali minacce per l’egemonia americana: la politica russa in Crimea, Ucraina e Georgia, il pericolo rappresentato dall’Iran e la guerra per procura che Teheran conduce in Iraq, Libano, Siria e Yemen e naturalmente la Cina, che sta portando in essere una politica aggressiva nei confronti delle Zee di Vietnam, Filippine e Indonesia.
Una seconda tematica è stata la sicurezza informatica. Secondo Pompeo, Huawei e altre società tecnologiche cinesi sostenute dal Partito comunista cinese sono cavalli di Troia per l’intelligence cinese. Inoltre le campagne di disinformazione della Russia mirano a destabilizzare il governo americano.
Una terza tematica sottolineata da Pompeo è quella di contrastare il progetto euroasiatico russo e la politica cinese su Taiwan e Hong Kong.
Un quarto tema affrontato è certamente lo spionaggio cinese sul suolo americano, che come dimostrano i rapporti dell’Fbi rappresenta una presenza pervasiva e capillare.
Tuttavia Pompeo ha indicato una precisa strategia per contrastare l’egemonia russa a livello energetico, affermando che attraverso l’International Development Finance Corporation e con il sostegno del Congresso degli Stati Uniti, saranno investiti fino a 1 miliardo di dollari di finanziamenti per i paesi dell’Europa centrale e orientale nel contesto dell’iniziativa Three Seas, con lo scopo di ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi in tutta Europa, tramite l’esportazione di gas naturale liquido e la costruzione di rigassificatori ai quattro angoli del continente, dalla Spagna al Baltico, dal Mare del Nord alla Grecia. Non a caso Pompeo ha sottolineato come il progetto Nord Stream sia solo uno sforzo commerciale che non potrà garantire all’Europa alcuna autonomia energetica.
In definitiva i due viaggi compiuti da Pompeo in Africa e a Monaco hanno certamente avuto un unico comune denominatore: sottolineare come l’egemonia americana a livello globale – nonostante la Cina, la Russia e l’Iran – non possa né debba essere messa in discussione.