Don Luigi Merola combatte da tempo contro la camorra ed ha raccontato la sua storia nel salotto di Vieni da me. Il religioso di Villaricca ha spiegato: «Più che contro, un prete è per: io ho sempre davanti ai miei occhi di un sacerdote – abbiamo anche preti santi, non solo pedofili – che diceva che “i preti sono pescatori”. Noi dobbiamo essere contro il sistema, la camorra è un sistema peccaminoso ma noi dobbiamo salvare anche loro. Dio ha creato l’uomo per salvarlo, non per giudicarlo o distruggerlo. Abbiamo incontrato più volte Papa Francesco, avevo il cuore pieno di gioia. Noi siamo pastori ma non abbiamo le pecore, noi dobbiamo dimostrare che siamo in mezzo alla gente: Papa Francesco piano piano ci sta riuscendo, serve una grande pulizia ma ci riusciremo». A Capodanno è stato registrato un attentato nei suoi confronti: «Qualcuno si è divertito a sparare qualche bomba pesante, l’Arenaccia è stata colpita da due bombe carte, ma noi non ci fermiamo davanti a niente».
DON LUIGI MEROLA A VIENI DA ME
«Noi tocchiamo troppi smartphone, dobbiamo toccare più volti, ci dobbiamo cercare di più», ha evidenziato Don Luigi Merola, che ha poi parlato delle minacce della camorra dopo la sua omelia per la morte di Annalisa Durante, uccisa per sbaglio nel 2004 nel corso di un agguato mafioso: «Sono stato minacciato di morte dalla camorra, sono entrato in un programma di protezione. Fino al 2016 ho vissuto con macchine blindate, poi è stata revocata la scorta perché i camorristi si sono convertiti (ride, ndr). Io ho adesso solo un agente di pubblica sicurezza agli eventi pubblici, ma la libertà è una grande cosa. Con la scorta avevo grandi difficoltà, mi facevo portare in parrocchia ma in realtà scappavo per andare alla casa delle famiglie. Uno dei motivi per cui è stato revocato è perché spesso eludevo la scorta, ma io dovevo fare il pescatore di uomini». E il religioso è chiaro: «Nessuno nasce delinquente, lo si diventa! Lo si diventa se non ci sono dei punti di riferimento!».