«Papà è il più severo, ma in realtà sono entrambi tranquilli e mi lasciano abbastanza libera. Mia madre riesco a convincerla più facilmente, papà non si fa raggirare», ha raccontato Jasmine Carrisi a Vieni da me, parlando poi dell’importanza della canzone “E yo mamma” di Coez per lei: «Mi ricorda molto mia nonna, mi è sempre stata vicina, è stata una colonna per me. Mi manca tanto, è stata dura per me. La cosa positiva è che non ha mai perso la lucidità, ha sempre cucinato e si è sempre mossa: la ricordo in maniera positiva, non è stata tragica da questo punto di vista». Infine, sulla pressione mediatica per l’essere la figlia di Al Bano: «Quando ero più piccolina volevo una famiglia normale, era un po’ più difficile, lo sentivo molto a scuola. Con il passare degli anni mi sono resa conto che non è qualcosa di negativo, anzi. A scuola mi facevano sentire diversa, anche le persone che mi vedevano per strada in città». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
JASMINE CARRISI: “MIA MAMMA LOREDANA LECCISO UN PO’ PESANTE”
Jasmine Carrisi oggi ospite di Vieni da me: la figlia di Al Bano e Loredana Lecciso si è raccontata a 360° nel salotto di Caterina Balivo grazie al format “Una canzone per te”. La prima è Ostia Lido di J-Ax: «Mi ricorda l’infanzia, il divertimento: ho sempre avuto un gruppo di amici molto stretto, ci siamo divertiti». Poi Jasmine ha raccontato le sue marachelle con i fratelli ai danni di una insegnante: «L’inglese? Adesso lo sappiamo, ha provato con un’insegnante americana ma io e mio fratello eravamo abbastanza vivaci e non ci presentavamo alle lezioni, oppure le facevamo un po’ di scherzi». Poi sulla madre Loredana Lecciso: «E’ una rompiscatole? Sì, è bella pesantuccia! Mi chiama più volte al giorno, in maniera un po’ esagerata, non accetta forse il fatto che io sia cresciuta: mi chiama “bimba” o “amore”, a volte è pesante».
JASMINE CARRISI A VIENI DA ME
Jasmine Carrisi ha poi parlato delle sorelle Lecciso, note per aver iniziato la carriera in tv da ballerine: «Mi piacevano, sì. Chi era la più brava? Bravine tutte e due, hanno studiato danza ed erano preparate». Poi è il turno di “Non abbiamo età” di Luchè: «Non tanto per il testo, ma mi ricorda mio padre: non ama i nuovi generi musicali, ma questa gli piace e mi chiede di mettere queste canzoni quando mi accompagna a scuola». E dopo Fabio Rovazzi, con chi vorrebbe vedere duettare il padre? «Mi piacerebbe vederlo duettare con un trapper come Sfera Ebbasta, è un sogno ma non me lo immaginerei a rappare con i felponi e le collane (ride, ndr)».