Piccola rivoluzione alla Regione Lazio in merito al raggiungimento di una sacrosanta parità di genere nei luoghi istituzionali o tradizionalmente deputati al potere. Infatti da ora in avanti sarà garantita anche parità al momento delle nomine in modo che ci sia sempre la presenza di un donna: ad annunciarlo è stata Eleonora Mattia, presidente della XI Commissione in quota Partito Democratico e che era stata la prima firmataria di un emendamento che impegna gli organi della Regione a mantenere un “equilibrio di genere” in sede di nomina. “Oramai non era più possibile escludere le donne dai luoghi delle decisioni” ha detto Mattia, elogiando le iniziative portate avanti dalla giunta regionale che, a livello di Commissione Lavoro, da tempo è impegnata pure a esaminare una proposta in merito al raggiungimento della parità retributiva, oltre che al sostegno all’imprenditoria femminile dato che nel Lazio alle donne è riservato ben il 76% dei contratti part-time e in media le retribuzioni delle lavoratici sono del 20% inferiori a quelle dei colleghi uomini, dato che sale a un preoccupante 56% nel caso delle libere professioniste.
REGIONE LAZIO GARANTIRA’ LA PARITA’ DI GENERE NELLE NOMINE
Ma in cosa consiste in concreto l’emendamento di cui sopra? Come ha spiegato Eleonora Mattia segna un punto di svolta dato che in tutte le nomine a livello regionale ognuno dei due generi non potrà essere rappresentato per una quota superiore ai 2/3, e questo indipendentemente che si tratti di nomine decise a livello collegiale o monocratico. Per garantire la parità è stato previsto un meccanismo di monitoraggio che effettuerà periodicamente delle verifiche in modo da controllare che a venire “sacrificate” non siano sempre le donne. A detta della sua promotrice, l’emendamento ovviamente non rappresenta la soluzione definitiva di un problema che è innanzitutto a livello culturale e di mentalità ma rappresenta comunque un importante incentivo per una effettiva parità di genere che a suo dire “allinea la Regione Lazio agli obiettivi ONU per l’Agenda 2030 sull’Empowerment Femminile”, in modo che quello che è stato proposto dalla Giunta con sede a Roma possa anche diventare una sorta di modello per altre amministrazioni ed enti pubblici in Italia.