L’emergenza fake news fa più paura del Coronavirus in Italia. Lo dimostra il “caso Molise”, scoppiato nelle ultime ore. Tutto è partito da una notizia allarmante: la Regione avrebbe messo al bando i veneti e i lombardi. La Voce di Rovigo ha infatti spiegato che è stato deciso l’obbligo di comunicazione per l’accesso nel territorio regionale non solo per chi è arrivato in Italia dopo aver soggiornato in Cina nelle ultime due settimane, ma anche per quanti provengono dalle aree italiane interessate dall’epidemia o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni, quindi Veneto e Lombardia. Inoltre, è stato riportato anche un virgolettato, attribuito all’azienda sanitaria molisana, secondo cui tali soggetti «sono tenuti a comunicare la loro presenza sul territorio all’Autorità sanitaria locale, che provvederà a mettere in atto le adeguate misure di prevenzione della diffusione del virus». Infine, si specifica che la segnalazione va fatta al proprio medico curante, al 1500 (numero messo a disposizione dal Ministero della Salute) e 118.
MOLISE METTE AL BANDO VENETI E LOMBARDI? LA REGIONE SMENTISCE E PRECISA
Facile immaginare l’impatto che possa avere avuto una notizia di questo tipo in questa fase così delicata per il Coronavirus. Ma comunicare l’accesso non vuol dire mettere al bando, né viene impedito l’ingresso nel Molise a veneti e lombardi. Bisogna semplicemente comunicare l’ingresso all’Asl, ma solo nel caso in cui si proviene da aree sottoposte a cordone sanitario. Per questo dalla Regione è arrivata una secca smentita: «I confini del Molise restano aperti, ci mancherebbe, e ribadisco la mia totale vicinanza alle comunità che, purtroppo, sono state colpite dal coronavirus». Così ha parlato il presidente della Regione Molise, Donato Toma, in merito alle misure preventive su Covid-19. Il governatore ha precisato che stanno «semplicemente intensificando la prevenzione, come indicato dal ministero della Salute, applicando l’obbligo – per quanti provengono o hanno soggiornato nelle ultime due settimane in aree sottoposte a cordone sanitario – di comunicare la presenza sul nostro territorio all’Autorità sanitaria locale». In questo modo possono essere messe in atto le misure di tutela adeguate. «Diffondere fake news in un momento come questo è da irresponsabili», ha concluso Toma.