In materia di emergenza Coronavirus, un’importante aggiornamento giunge dalla Regione Lombardia, che ha decretato ufficialmente che, a decorrere dalla data odierna, mercoledì 26 febbraio, i bar di Milano e dell’intero territorio regionale potranno mantenere la serranda alzata anche dopo le 18, ma soltanto con servizio al tavolo. Come si legge sul portale telematico dell’ente, “i bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande non sono soggetti a restrizioni e pertanto possono rimanere aperti come previsto per i ristoranti, purché sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall’esercizio. L’obiettivo dell’ordinanza che regola le prescrizioni per il contenimento del Coronavirus nelle aree regionali classificate come ‘gialle’ (ovvero valide su tutto il territorio regionale ad eccezione della ‘zona rossa’) è quello di limitare le situazioni di affollamento di più persone in un unico luogo. L’amministrazione sulla base delle valutazioni di ogni specifica situazione può dettagliare ulteriormente l’ordinanza in coerenza con l’obiettivo della stessa”. La fotografia del momento attuale è dunque questa, domani chissà. Intanto, però, questa decisione viene benedetta dai commercianti, che giusto ieri avevano manifestato la loro situazione di difficoltà connessa al calo degli incassi.
CORONAVIRUS, LA LOMBARDIA RIAPRE I BAR ANCHE DOPO LE 18: NEI GIORNI SCORSI INCASSI DIMINUITI DEL 40%
La decisione di riaprire i bar dopo le 18 su tutto il suolo lombardo, dicevamo, va a favorire tutti gli esercenti del territorio, che proprio nelle scorse ore, in virtù della prima ordinanza emanata dalla Regione nella serata di domenica 23 febbraio, mediante la quale era stata stabilita la chiusura di pub, locali e discoteche dalle 18 di sera alle 6 del mattino, avevano protestato, manifestando tutta la loro preoccupazione per il loro presente e futuro lavorativo. Infatti, molti bar hanno registrato una drastica diminuzione degli incassi rispetto al periodo pre-Coronavirus (-40%), complice anche l’annullamento di spettacoli, proiezioni cinematografiche e manifestazioni. Sono stati circa cinquanta gli imprenditori del capoluogo nel ramo della ristorazione, come riferisce “La Repubblica”, a dare vita a un’associazione per lanciare un segnale di resistenza. “Noi ci siamo – hanno dichiarato –. E, aderendo all’invito del sindaco Beppe Sala che richiama Milano a scongiurare atteggiamenti che possano generare eccessivo allarme, terremo aperti i nostri locali e devolveremo un sostegno economico alle forze volontarie in campo. Milano è una città viva che reagisce”. La svolta odierna, pertanto, non potrà che restituire loro il sorriso.