Non è piaciuta ai vertici sanitari la decisione del governo di non sottoporre gli asintomatici al test per stabilire la presenza di Coronavirus. Lo riporta “La Stampa”, sottolineando come una fonte autorevole dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) abbia affermato: “Somministrando i tamponi solo a chi ha sintomi e ha avuto contatto con persone o aree contagiate e comunicando solamente i casi clinici saranno sempre di più i contagiati che finiranno fuori dai radar, rischiando di propagare l’infezione”. Ma a porsi è anche un’altra questione, quella relativa al tasso di letalità del virus: conteggiando solo i casi sintomatici, infatti, è probabile che i casi ad esito nefasto aumentino. Non a caso, ha aggiunto la fonte protetta dall’anonimato, “la mortalità già è intorno al 3%”. Di sicuro c’è che il Covid-19 sembra non essere, come minimizzato da alcuni, “poco più” di un’influenza, dalla quale guarisce spontaneamente l’85% dei casi. Oggi il capo della Protezione Civile ha parlato del 52% di persone senza sintomi: uno su due, dunque, non se la passa granché bene.
CORONAVIRUS, VERTICI SANITARI: DUBBI SU MISURE GOVERNO
Ma a nutrire perplessità sulla svolta del governo, finalizzata perlopiù ad evitare il diffondersi del panico, è anche l’Ecdc, l’Agenzia europea di prevenzione e controllo delle malattie. Anche in questo caso è un dirigente protetto dall’anonimato a contestare la posizione dell’esecutivo, in particolare quella che vorrebbe l’Italia col maggior numero di contagiati in Europa poiché maggiormente impegnata nella ricerca degli infetti: “E’ assolutamente vero che in Italia sono stati testati pazienti senza sintomi e che siano stato eseguiti molti tamponi. Ma la stessa cosa è avvenuta anche in altri Paesi. Non penso – ha aggiunto – che l’emergere di focolai in alcune zone del Nord si possa spiegare semplicemente in questo modo”. Sulla scelta di escludere dai conteggi ufficiali quelli non ancora certificati dall’ISS, la fonte dell’Agenzia ha commentato: “Per quanto riguarda i casi confermati è corretto sia l’Iss a validarli, ma non vediamo tanti falsi positivi. In via precauzionale e alla luce delle evidenze della qualità dei test al di fuori dei centri di riferimento regionali, verranno utilizzati i dati che includono i controlli fatti localmente e non solo quelli validati dall’Istituto”.