Non finiscono i colpi di teatro per l’emergenza Coronavirus: alla fine la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus e Milan, che si sarebbe dovuta disputare domani a porte “semi-aperte” (divieto di accesso ai residenti in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e nelle province di Savona e Pesaro-Urbino, ovvero le zone rosse dell’emergenza sanitaria), sarà rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata presa dopo il vertice andato in scena in Prefettura, ed era stata in parte anticipata dalle parole del responsabile della comunicazione della Juventus, Claudio Albanese, che aveva fatto il punto prima della conferenza stampa del tecnico Maurizio Sarri: “La Juventus rispetta qualsiasi decisione presa dalle autorità, la salute pubblica è bene prioritario anche per la società“. Una decisione che dunque sembra essere la prima ad andare incontro alle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico voluto dal Governo che ha suggerito 30 giorni di stop, fino alla fine di marzo, alle manifestazioni (comprese quelle sportive) che comportassero affollamento ed il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Juventus-Milan potrebbe dunque essere recuperata entro la fine di marzo, ma a porte chiuse. (agg. di Fabio Belli)
JUVENTUS MILAN A PORTE APERTE: QUALI LIMITAZIONI?
’emergenza sanitaria ed economica del Coronavirus in Italia è una delle crisi più gravi dell’ultimo secolo, lo scontro interno alla Serie A tra Inter, Juventus & Co. contro la Lega Calcio… molto meno. Ma fa un certo effetto sapere che domani sera per la semifinale di ritorno di Coppa Italia Juventus-Milan un bambino potrà andare allo stadio a godersi lo spettacolo mentre gli è impedito di andare a scuola per l’emergenza Coronavirus: è solo un esempio del gran “caos” decisionale, politico e sportivo, che si sta assistendo purtroppo in questi convulsi giorni di allarme epidemia. L’emergenza evidentemente elimina gli aspetti di “abitudine” anche nel mondo dello sport e serve il sacrificio di tutti per riuscire a superare il problema: ma se ai vertici delle istituzioni non vengono prese decisioni “coerenti” si rischia un caos ben maggiore di quanto già stiamo vivendo. Ne è un perfetto esempio il match di Coppa Italia che si inserisce in una settimana dove tra porte chiuse, rinvii e polemiche si è praticamente già visto di tutto; si è passati infatti dalla possibilità di giocare domenica sera o lunedì scorso Juventus Inter a porte chiuse, poi renderle aperte a tutti e ora si ha dopo pochi giorni Juve-Milan con un provvedimento di nuovo completamente diverso. L’Allianz Stadium rimane aperto ai tifosi ma solo quelli residenti in Piemonte: dunque niente trasferta da Milano per rischio Coronavirus, mentre porte aperte in una città dove ancora in questi giorni uffici e scuole restano rispettivamente “ridotti” e chiuse per la medesima epidemia.
JUVENTUS MILAN A PORTE APERTE: LO SCONTRO MEDICI-GOVERNO
Alzatasi la polemica, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, colto sul punto, replica così alle critiche: «Credo che qualche riflessione dovrebbe essere fatta. Se la scelta avessi dovuto farla io? Avrei fatto parlare i medici». Rispettosa nei modi – a differenza degli attacchi del Presidente dell’Inter Zhang contro Dal Pino della Lega Calcio – ma anche decisa la critica al Premier Conte da parte del Governatore piemontese che giusto ieri ha allungato la chiusura delle scuole fino al prossimo 8 marzo (adeguandosi alle “zone gialle” del Coronavirus di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Pesaro-Urbino e Savona). Ancora Cirio «È una riflessione che credo il presidente del Consiglio e il ministro della Salute debbano fare. Quando hanno emanato il decreto, cioè domenica, questo evento era a calendario e nulla dice il decreto in merito alla possibilità che venga vietato o che debba svolgersi con particolari cautele. Quindi sotto il profilo giuridico il Governo al momento ha autorizzato questo tipo di manifestazione. Io credo che qualche riflessione debba essere fatta». Le squadre intanto si preparano alla sfida con altri problemi sempre extracampo (l’ictus improvviso della mamma di Cristiano Ronaldo da un lato, il quasi-licenziamento di Boban dall’altro) che rendono lo spettacolo calcistico purtroppo ancora una volta in secondo piano: in mezzo, si inserisce l’invettiva del virologo Roberto Burioni contro chi ha deciso di tenere porte semi-aperte per Juventus Milan di domani sera «Io spero che non sia vero. Perché se è vero è pura follia. Lo Stato non deve permetterlo per la sicurezza dei cittadini».