Chi se ne intende di fake news e di psicosi da virus è Marco Predolin, conduttore tv colpito da bufale sulle sue condizioni di salute. Nella lunga intervista rilasciata a Oggi, ha ricordato: «Nel 1992, ero al culmine della mia popolarità. Nell’ambiente, messa in giro non si sa da chi, circolò la falsa voce che fossi malato di Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita». Voci che incisero sulla sua carriera: «Qualcosa di strano, impalpabile ma incredibile: iniziarono di botto a non chiamarmi più, a non farmi più lavorare… uscì La Notte, un quotidiano del pomeriggio, col titolo: “Marco Predolin morto a Pavia”. Presero per buono il lancio di uno speaker radiofonico locale». Come reagire? «Avevo fatto il test che accertava la mia sieronegatività: andai da Costanzo a mostrarlo in tv e poi tenevo sempre quel foglietto in tasca, per placare gli increduli. Fui letteralmente travolto da queste dicerie».
MARCO PREDOLIN: “IO TRAVOLTO DA DICERIE”
«Una volta mi fermai in un autogrill a prendere un cappuccino, e poi andandomene sentii chiaro uno dei due baristi dire all’altro: “Lavala bene, quella tazza, perché quello è malato”. Cose che fanno male», ha ricordato Marco Predolin nella lunga intervista rilasciata ai microfoni del settimanale, che ha poi parlato dell’emergenza coronavirus di questi giorni: «Questo episodio mi ha ricordato quello recente di cronaca della signora di Ischia che ha preso a insulti i due pullman di presunti untori di Coronavirus dal Veneto. Ma ci rendiamo conto?… Non le invidio per niente, queste persone della zona rossa. Perché temo che anche quando tutta questa storia sarà finita, non riavranno la loro stessa vita sociale. Saranno sempre quelli di Codogno e dintorni. L’ignoranza impera».