Le messe sono sospese fino al 15 marzo (e forse fino ad inizio aprile)? Nessun problema, ci sono quelle “clandestine’: secondo quanto riportato dal blog del vaticanista Aldo Maria Valli in tutta la Lombardia (e anche in altre parti d’Italia) vi sarebbe da giorni alcune messe “clandestine” che sembrano riportare la Chiesa ai tempi delle catacombe o della peste. Con passaparola su WhatsApp e social, ci si dà appuntamento in pochi gruppi che però vedono frequentare di sovente le celebrazioni sia in zone isolate sia, addirittura in Canton Ticino nella vicina Svizzera (dove le messe sono ancora aperte e senza limitazioni, ndr). Come noto la Cei e l’intere Diocesi, al netto di diversi tentativi e appelli per riaprire le chiese almeno per le celebrazioni feriali, hanno fatto fronte comune ribadendo la necessità per tutti di seguire le indicazioni anti-contagio in questo momento molto difficile per l’intero Paese: le messe “clandestine” però continuano e non si accennano a diminuire, anzi. Come riporta Caterina Maniaci oggi su Libero, nel varesotto negli scorsi giorni un parroco ha celebrato privatamente la Santa Messa e si è ritrovato poi la chiesa piena di fedeli: «Non ce l’ ho fatta a mandarli via, sono un prete, non un portinaio».
LA CHIESA E IL CORONAVIRUS: TUTTE LE DISPOSIZIONI
Le storie dalla Lombardia si affollano e vedono in molte parti messe e celebrazioni ben al di là della “mera” disposizione di tenere le chiese aperte durante la settimana per la singola preghiera personale. Il vescovo di Forlì-Bertinoro, monsignor Livio Corazza, a livello pubblico ha proposto la recita (con distanza tra le persone, ndr) del Rosario in Cattedrale: ecco la lettera che ha destato non poche polemiche, «È il tempo della preghiera e della responsabilità. Ma non tutto ci è chiaro di quello che ci viene richiesto e ci appare francamente di difficile comprensione il divieto di partecipazione alla Messa feriale e il permesso di frequentazione di locali pubblici. Ma siamo nel momento della responsabilità e della prudenza. Se questo ci viene richiesto, questo attueremo. Nessuno ci vieta invece la preghiera». Preghiere online, rosari costanti e utilizzo della rete per le “messe a porte chiuse” che stanno divenendo l’unico modo per i fedeli di seguire la parola di Dio e ricevere la Comunione Spirituale. Intanto anche dal Vaticano, dove si è segnalato stamattina il primo caso riconosciuto di coronavirus, si sta pensando di porre l’Angelus di Papa Francesco delle 12 di ogni domenica non più alla Piazza San Pietro aperta bensì tramite collegamento in diretta video.