RIFONDAZIONE CONTRO LEGGE FORNERO
Si avvicinano le elezioni regionali in Toscana e uno dei temi che verrà discusso in campagna elettorale sarà quello della riforma pensioni. Infatti, “il partito della Rifondazione Comunista ha deciso di lanciare una campagna elettorale verso le regionali improntata sul sociale”, Giulio Strambi, segretario della federazione lucchese, in un incontro svoltosi nel capoluogo di provincia nei giorni scorsi. “Abbiamo i salari che sono sprofondati e contemporaneamente abbiamo l’età pensionabile più alta d’Europa. I diritti dei lavoratori sono stati cancellati con il Jobs Act e la legge Fornero, che hanno creato gravissimi danni, specialmente ai giovani che hanno assistito ad un blocco del turnover e una sempre crescente difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro”, ha aggiunto secondo quanto riportato da luccaindiretta.it. Uno dei temi su cui il partito si batterà sarà anche quello di far qualcosa per i pensionati che hanno un assegno inferiore ai mille euro al mese, che solo a Lucca sarebbero 700.000, una cifra piuttosto alta.
MONTI TORNA SULLA SPESA PENSIONISTICA
Come spiega finanzaonline.com, Mario Monti, intervistato dalla trasmissione Circo Massimo, in onda su Radio Capital, ha lanciato l’idea di emettere dei titoli di Stato per affrontare la particolare emergenza del Paese di fronte al coronavirus. Secondo l’ex Premier, è possibile “utilizzare il senso di solidarietà che c’è oggi nel Paese di fronte a questa emergenza, studiando emissioni di titoli di debito pubblico particolari per questa circostanza. I cittadini che ne hanno la possibilità scelgano di sostenere il Paese per dotarlo di un sistema sanitario ancora migliore, assumendosi un piccolo sacrificio in modo che quell’onere del debito sulle generazioni future sia ridotto perché oggi un po’ di solidarietà avviene già all’interno della generazione attuale tra chi può e chi non può”. Monti ha però anche fatto riferimento agli effetti delle misure recenti di riforma pensioni dicendo: “Consideriamo che oggi abbiamo più debito perché c’è stata una spesa per pensioni esorbitante. Se siamo solidali per una sfiga nazionale grande, reagiamo con solidarietà”.
CAZZOLA E GLI EFFETTI DI QUOTA 100
In un intervento sull’Huffington Post, Giuliano Cazzola segnala che “l’epidemia di Coronavirus ha messo in grande difficoltà i governi e le istituzioni sanitarie”. Dal suo punto di vista, “se e quando il trauma collettivo sarà assorbito, ci guarderemo attorno e cominceremo ad occuparci delle macerie e delle devastazioni che il pathos del contagio ha provocato nei rapporti economici, sociali e civili del Paese”. Per l’ex deputato ci saranno anche “aspetti politici da affrontare”, in particolare sul sovranismo e sull’autonomia differenziata. Cazzola conclude poi il suo intervento parlando anche di riforma pensioni, evidenziando che “quando varò la sua controriforma delle pensioni il governo giallo-verde venne messo in guardia sugli effetti devastanti che quota 100 e le altre misure avrebbero potuto provocare nel settore della sanità, persino in condizioni normali. Figuriamoci in una situazione di emergenza. Ma tutto fu inutile”. E oggi, di fronte all’emergenza, si lancia l’allarme sull’assenza di personale nell’ambito sanitario.
IL DIVARIO DI GENERE PARTE DAI SALARI
In vista della Festa della donna, Cgil, Cisl e Uil Marche hanno diffuso un comunicato congiunto in cui ricordano che “secondo l’Eurostat, la differenza di retribuzione tra uomini e donne nell’Ue è del 16%. Nel caso delle pensioni, le cifre aumentano fino al 37%”. Numeri che hanno già spinto le organizzazioni sindacali a chiedere interventi di riforma pensioni. “Salari più bassi significa basse pensioni, quando già oggi le pensionate marchigiane percepiscono una pensione media lorda mensile di 683 euro, ben al di sotto di quella percepita degli uomini, una differenza che per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva a -628 euro mensili”, ricordano i sindacati. “Questo significa che c’è ancora tanta strada da fare per vedere un mondo in cui il lavoro di donne e uomini possa essere misurato con gli stessi numeri ma soprattutto un mondo in cui il lavoro, il valore, le competenze, l’impegno e i risultati raggiunti dalle donne possa avere il giusto riconoscimento” sono le parole di Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, Segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil.
RIFORMA PENSIONI, AGENDA FERMA
Come già scrivevamo nei giorni scorsi, l’emergenza relativa al coronavirus potrebbe avere impatti importanti sul confronto avviato tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni. Non tanto sul confronto in sé, quanto sulle conclusioni cui potrà arrivare visto che le risorse dovrebbero essere prioritariamente utilizzate per interventi dedicati a sostenere l’economia e i settore in difficoltà. Publicpolicy.it evidenzia che “il coronavirus ferma l’agenda di Governo su lavoro e pensioni. L’attività del’Esecutivo e del Parlamento è al momento tutta concentrata nell’affrontare l’emergenza sanitaria ed economica dovuta al Covid-19 e molti dossier stanno rimanendo inevitabilmente bloccati”. Nell’articolo si spiega che “in alcuni casi, si tratta di argomenti che la maggioranza ha deciso di fermare volutamente non ritenendo opportuni da affrontare in questo momento”, mentre “in altri perché, come detto, gli sforzi (e le risorse economiche) sono tutti sul coronavirus”.
IL RISCHIO PER IL CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI
Si cita anche il tavolo di confronto avviato sulla riforma pensioni. “Dopo una serie di incontri, si è fermato il tavolo sulle pensioni. In cantiere c’è ovviamente il disegno del sistema post Quota 100, dopo il 2021, ma anche le pensioni complementari, quelle per i giovani e la rivalutazione degli assegni in essere. Al momento è fissato un incontro ‘politico’ per fare il punto della situazione il 13 marzo. Ad ora, risulta a Public Policy, l’appuntamento è confermato, ma i calendari, visti i tempi, possono sempre cambiare”. Vedremo se nei prossimi giorni ci saranno novità sull’argomento.