Marisa Borini, vedova Bruni Tedeschi nonché mamma di Carla e Valeria, il prossimo primo aprile si prepara a festeggiare i suoi primi 90 anni. Un numero che lei stessa, intervistata da Corriere della Sera, definisce “scandaloso”. Nonostante l’enorme numero che tanto odia, però, la donna ammette di sentirsi bene, a parte un po’ di naturale stanchezza, ma “il cervello funziona”, tiene subito a precisare. Ma come festeggerà il prossimo compleanno? “Terrò un concerto qui a Parigi”, dice, “suono ancora il piano a memoria. Per il compleanno, farò una fantasia di Schubert a quattro mani con un amico, poi Ravel, Erik Satie e Schumann con Martin Egel, col quale ho fatto tournée per vent’ anni”. Marisa Bruni vive a Parigi da quando negli anni 70, temendo i rapimenti, si trasferì con la sua famiglia. Solo all’età di 73 anni si è scoperta attrice. La donna viene da un’Italia che oggi non c’è più, dove bisognava essere industriali ed artisti al tempo stesso. Ripensando ai suoi ricordi oggi cita la grande casa parigina in cui ha vissuto fino a 5 anni e quella meno bella di Torino dove rientrarono quando gli affari iniziarono ad andare male. Tra i ricordi più brutti, invece, cita: “Io, mamma e le mie due sorelle finimmo in un rastrellamento dei nazisti per rappresaglia. Ci piazzarono in un campo di granoturco per fucilarci. Avevo 15 anni. Ci tennero così per due ore, poi decisero che rinunciavano, ma che ci avrebbero bruciato la casa. Quindi, cambiarono ancora idea e ci portarono ad assistere all’impiccagione di sei ragazzi”.
MARISA BRUNI TEDESCHI: L’INCONTRO CON IL MARITO
Il padre di Marisa Bruni Tedeschi venne a mancare all’età di 50 anni “ma non per la guerra, ma di malattia”, dice. Lei da piccola amava il piano al punto che, ricorda, suonava anche durante la guerra. La sua famiglia non fu sempre ricca: “Il nonno paterno, da muratore, era diventato costruttore e anche quello materno si era fatto da solo: aveva una centrale elettrica. Ma mio suocero, quando lo conobbi, mi disse: ci sono famiglie che salgono e famiglie che scendono, la sua è discesa”. Conobbe il marito nel 1951. Fu un’amica a dirglielo: “pare che ti sposi con Alberto Bruni Tedeschi”. Lei, di contro, non sapeva neppure chi fosse finché non decise di andare ad un suo concerto: “Notai solo che sembrava timido. Giorni dopo, mi fece invitare a una cena. La prima sera da soli, mi disse: una cosa è certa, non mi sposerò mai”. Eppure sei anni dopo si celebrarono le loro nozze. Insieme viaggiarono tanto. “Alberto aveva 15 anni più di me e un’ intelligenza straordinaria. Mi ha insegnato tutto: musica, arte, finanza. Ci siamo molto amati”, dice. Ma si tradirono anche molto a vicenda: “Però non ci siamo mai lasciati. Era una storia d’ amore con una certa libertà. Tante cose non funzionavano più, io viaggiavo, avevo incontri, non ci nascondevamo niente e non abbiamo mai litigato per quello. È sempre rimasta la stima e l’amore profondissimo”.
I TRADIMENTI E LA MORTE DEL FIGLIO
Con Michelangeli durò un anno e mezzo. Quando rivelò al marito il nome del suo amante lui commentò con un laconico “Ti capisco”. Ma poi finì: “aveva un carattere piuttosto strampalato. Lui, che fossero amici o donne, di colpo, si stufava di una persona e la piantava. Diventò insopportabile e, una notte, uscii dalla sua casa di montagna, feci 16 chilometri a piedi nei boschi e me ne andai”, ammette ancora. Dei racconti di mamma Marisa, le figlie, che lei considera estremamente moderne, non si sono mai scandalizzate più di tanto. Parlando dei suoi figli, Marina spiega come li ha cresciuti: “Molto liberi. Hanno studiato e fatto quello che volevano. Virginio amava il mare, girava il mondo a vela, era un fotografo eccezionale. Era più chiuso delle sorelle, ma molto gentile, rispettoso. Era fantastico, purtroppo il destino… Questo è il punto triste della mia vita”. Sopravvivere ad un figlio – morto a 46 anni per Aids – per lei non è stato affatto semplice: “Sul momento, uno ha voglia di morire, poi siccome anche morire non è facile, ti adatti, trovi attività, ti giri sugli altri che rimangono, anche se ci pensi sempre, continuamente”. Oggi sogna nel suo futuro di continuare a suonare e vedere crescere i suoi nipoti. Oggi ha più rimorsi o rimpianti? “Rimorsi no, rimpianti sì: cose che volevo e non ho fatto e troppo intime da raccontare”, chiosa.