È arrivato poco prima delle 19.30 l’ok finale anche al Senato del voto sullo scostamento del deficit richiesto dal Governo all’interno Parlamento per permettere di far scattare le misure messe in campo dal CdM. Nel pomeriggio già era arrivato il via libera della Camera con 332 Sì, voto unanime, per l’aumento del deficit: il passaggio era ovviamente formale ma serviva l’ok di tutto il Parlamento per poter dare il “là” a quei 20 miliardi di indebitamento (25 messi a budget) necessari come prima impronta sul fronte emergenza coronavirus. Per quanto riguarda Palazzo Madama, l’ok del Senato arriva con 221 voti a favore e nessuno astenuto o contrario: ricordiamo come per l’occasione, il Parlamento ha messo a punto un taglio consistente dei parlamentari per evitare rischi di contagio da Covid-19 in aula, specie dopo il primo caso riscontrato nel deputato del Gruppo Misto Pedrazzini. Con la risoluzione della maggioranza presentata dal Ministro Gualtieri, tanto la Camera quanto il Senato hanno così dato finalmente autorizzazione allo scostamento di bilancio per le misure economiche volte a fronteggiare l’emergenza coronavirus. Il prossimo passo atteso è decreto stesso del Governo venerdì prossimo con 12 miliardi già messi a budget.
LA RICHIESTA DI GUALTIERI AL PARLAMENTO
«Vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni per affrontare l’impatto economico sui lavoratori sulle famiglie e sulle imprese, per questo il governo chiede di autorizzare uno scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica per un importo fino a 20 miliardi di euro pari all’1,1% del Pil in termini di indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi per competenza e cassa» ha fatto sapere il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a poche ore dal doppio voto in Parlamento (prima al Senato, poi alla Camera) per ratificare a livello unanime lo scostamento di deficit utile per poter dare poi via libera alle misure economiche inserite sia nel Decreto varato venerdì prossimo e sia per le generali emergenze dell’epidemia da coronavirus. «E’ ipotizzabile una caduta del prodotto per almeno un paio di mesi a prescindere dagli interventi che saranno messi in campo», ha spiegato sempre Gualtieri davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato sulla richiesta di finanziare in deficit le misure anti-coronavirus. «Negli scenari più negativi se ci sarà un prolungato impatto su export e turismo la caduta dell’attività non sarebbe totalmente recuperata e sarebbe rilevante la contrazione del pil in media anno», avverte allarmato il Ministro dell’Economia. Sul fronte dei contenuti stessi del Decreto da 12 miliardi pronto ad essere lanciato, Gualtieri sottolinea «ci sarà una semplificazione procedurale per la sospensione dei mutui prima casa fino a 18 mesi in caso di riduzione o sospensione dell’orario di lavoro – fondo Gasparrini – e inoltre sospendiamo le rate di mutui e prestiti bancari anche con parziale sostegno di garanzia statale».
GOVERNO STANZIA 25 MILIARDI IN DEFICIT: 12 PER DECRETO
Il Governo Conte-2 nel CdM di questa mattina ha stanziato 25 miliardi di euro per l’emergenza coronavirus: di questi, 20 saranno per l’indebitamento netto ma in complessivo restano 25 per lo stanziamento. Il voto del Parlamento in giornata dovrà dare il via libera allo scostamento di deficit per questi 25 miliardi mentre già da venerdì, ha annunciato il Ministro Gualtieri in conferenza stampa col Premier Conte e la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, sarà pronto e varato il primo Decreto per le misure economiche da 12 miliardi. Il resto, spiega il Governo, servirà per i futuri interventi sempre per l’emergenza Covid-19, sperando non ve ne sia bisogno: lo ha spiegato bene ancora una volta il capo del Mef, «un conto è il voto del Parlamento che dà l’ok allo scostamento fino alla cifra di 25 miliardi, un altro è lo stanziamento vero e proprio. Nel primo decreto in arrivo ne utilizzeremo circa la metà (sui 12 miliardi, ndr)». Il Premier Conte ha invece esordito in conferenza stampa «stanziata una somma straordinaria di 25 miliardi da non utilizzare subito ma sicuramente da utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà di questa emergenza. Siamo lieti del clima che si sta definendo a livello europeo». Gualtieri ha poi spiegato come al momento lo sforzo è del tutto “tenibile” per lo Stato italiano, ma «Anche alla luce dell’impegno dell’Ue alcuni interventi è possibile che usufruiscano di risorse comuni europee e alleggerire l’impatto sul bilancio dello Stato». Ancora Gualtieri in conclusione della conferenza stampa da Palazzo Chigi – prima del voto in Parlamento sulle misure per il Decreto anti-coronavirus – nel merito dell’ipotesi di sforare il 3% del rapporto deficit/Pil «Tecnicamente è un’autorizzazione del Parlamento a stanziare fino a 20 miliardi in termini di indebitamento, 25 in termini di stanziamento. Il livello di deficit dipende da quanto effettivamente sarà impiegato. La prima misura impiegherà la metà di queste risorse, l’utilizzo dell’altra metà dipenderà anche da eventuali risorse europee. E’ ancora presto dire il livello di deficit che verrà raggiunto».
CDM PER LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO
È cominciato con un’ora di ritardo il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno la richiesta di scostamento del deficit programmato: si va verso una misura da 10 miliardi di euro che possa poi essere la base del nuovo Decreto con misure economiche anti-coronavirus. «L’obiettivo è quello di sospendere i mutui i fidi, il pagamento dei contributi e delle tasse e istituire la cassa integrazione anche per le aziende con pochi dipendenti», ha spiegato ieri pomeriggio il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio interpellato a La Vita in Diretta. «Faremo un decreto nei prossimi giorni con aiuti a imprese, famiglie, partite iva e tutte le persone che hanno difficoltà. Stanzieremo altri miliardi», ribadisce Di Maio. Il Decreto verrà incardinato questa mattina dal CdM che nello stesso tempo spera in un voto rapido e unanime in Parlamento (prima al Senato, poi alla Camera) sullo scostamento di bilancio. Come spiega bene il focus di Askanews, nonostante la distanza ancora ampia tra Governo e opposizione sui contenuti del Decreto dovrebbe arrivare il voto unanime per permettere di far partire le misure di emergenza in deficit: «Il voto sullo scostamento deve passare con maggioranza assoluta e dunque servono 316 voti a favore; in Aula ci saranno attorno ai 350 parlamentari con una riduzione proporzionata alla consistenza dei gruppi. Stessa scelta al Senato dove, mercoledì, per le votazioni saranno presenti 161 senatori sui 315 eletti».
VOTO IN PARLAMENTO
Non è ancora chiaro con quale calendarizzazione, ma oggi in Parlamento è atteso il voto sul nuovo Decreto anti-coronavirus con tutte le prime misure economiche urgenti per far fronte all’emergenza sanitaria, sociale e produttiva in Italia dopo il semi-lockdown imposto dal Dpcm 9 marzo firmato dal Premier Conte. Ieri per tutta la giornata il Governo ha incontrato prima le opposizioni per provare a trovare una linea comune sul voto odierno – ottenendo un sì parziale a patto di considerare questo Decreto come il primo di una lunga serie di misure economiche per far ripartire subito il Paese entrato in una difficilissima fase per la sospensione o drastica diminuzione delle attività lavorative – e dopo ha triangolato con la Commissione Europea (incassando l’ok della Von der Leyen, ndr) per ottenere il via libera ad uno sforamento del deficit ben più ampio degli iniziali 7,5 miliardi richiesti solo il 5 marzo scorso. Si parla di cifre che variano dai 10 ai 15 miliardi di euro e che dovranno definiti nell’ultima limatura possibile stamani nel Consiglio dei Ministri: al termine si avrà chiaro se effettivamente già da oggi il Parlamento potrà votare le misure d’emergenza (e dovrebbe essere così anche perché proprio per l’emergenza coroanavirus, la Camera e il Senato hanno ridotto i lavori al solo mercoledì e fino alle 18 di sera). «Il Parlamento non puo’ fermarsi, abbiamo dei doveri nei confronti dei cittadini italiani. Così abbiamo definito questa modalità straordinaria dovuta all’emergenza attuale e che speriamo di dover adottare il meno possibile. Ringrazio innanzi tutto le opposizioni per la serietà e disponibilità. Medesimo ringraziamento va anche alla maggioranza», ha spiegato il Presidente della Camera Roberto Fico dopo il via libera al “taglio” di 350 deputati in Aula invece che i soli 630, in modo comunque da garantire il voto a maggioranza assoluta sullo scostamento del deficit, misura necessaria per varare il Decreto sulle misure economiche anti-coronavirus.
LE MISURE ECONOMICHE DEL NUOVO DECRETO ANTI-CORONAVIRUS
Per l’intera giornata intensa di ieri, la prima effettiva di misure adottate del nuovo Dpcm “iorestoacasa”, il Ministro Gualtieri assieme a Castelli e Patuanelli ha tentato di ragionare sulla cifra da imporre nel Decreto e dunque da chiedere poi come sforamento del deficit, ma non solo: «Probabilmente chiederemo un deficit leggermente più alto per avere più possibilità di interventi. Non è detto che utilizziamo tutto nel primo decreto. Il limite di 7,5 miliardi è un limite che superiamo. Ci sarà una parte fiscale molto importante di sospensione di pagamenti, pagamento di ritenute, contributi», spiegava il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli confermando le ipotesi di una sospensione importante di tasse, mutui e finanche le bollette per tutta l’area italiana. «Uno dei quattro canali su cui si sta indirizzando il governo per aiutare famiglie e imprese è quello della liquidità, che va garantita, e questo lo si fa con la sospensione dei pagamenti, di mutui, bollette, tributi. Dobbiamo ragionare su tutto il territorio nazionale», ha ribadito il ministro M5s. Le altre misure – già evidenziate dal Governo nel CdM del 5 marzo scorso – riguardano nello specifico aiuti a famiglie e imprese sottomesse al duro sacrificio dell’emergenza Covid-19: si va dai 2 miliardi in deroga per la cassa integrazione fino al congedo speciale aperto anche per gli autonomi (stante la costante chiusura delle scuole di fatto per l’intero mese di marzo fino al 3 aprile prossimo). Sul fronte famiglie, sarà incrementato il bonus babysitter per il personale infermieristico con possibilità però di inserire nel Decreto economico un bonus per le famiglie che assistono anziani non autosufficienti. Tra le altre misure in cantiere, spiega il viceministro all’Economia all’Economia Antonio Misiani, vi sarebbe anche «ampia moratoria sui prestiti»: come ben spiega Lettera43 nel suo focus, questo potrebbe tradursi «in un rafforzamento del Fondo di Garanzia per le Pmi e in uno stop alle rate dei mutui prima casa per 18 mesi per le famiglie».