Tre milioni di euro e donazioni da 93 paesi nel mondo. Si tratta della più grossa raccolta fondi in Europa mai fatta su Gofoundme, e destinata alla creazione di nuovi posti in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano. Un’idea che non è venuta alla Presidenza del Consiglio, né alla televisione pubblica, neppure al Papa o ai vescovi. Ma a Federico Fernando Lucia, in arte Fedez, e Chiara Ferragni. Sì, quel bellimbusto tatuato anche dietro le orecchie e che parla sui social con labbro prominente, quella gattina bionda che ammicca e raccoglie più click e “mi piace” che neanche Ryan Gosling (tanto per pensare alle signore). Proprio loro, gli autori di questa incredibile gara di solidarietà, scattata in poche ore a livelli da record. Chapeau.
Oltre che prestare il volto per ricordare “state a casa”, che finora è a ben poco servito, qualcuno tira fuori i soldi e riesce a far tirar fuori i soldi agli italiani. Perché i Ferragnez di base ci han messo 100mila euro, che saranno pure per loro bruscolini, ma pesano, contano, e non tutti hanno osato altrettanto. Non andiamo tanto per il sottile sui modi poco eleganti per replicare alle critiche invidiosette e polemiche di chi proprio non li sopporta. Sono simpatici, i Ferragnez? No. Lo sono. Sono vanitosi, ridondanti, egocentrici, vacui, finti, furbi… può darsi. Sono modelli ideali per le aspirazioni di tanti ragazzi e ragazze che guardano al loro futuro? Non lo sono. Tuttavia, fare i moralisti sui marinai eroi che salvano la nave in tempesta è folle e meschino. Jack Sparrow sarà un poco di buono, uno strafottente malandrino, ma come combatte e vince lui, nessuno.
Non vale neppure il refrain “se lo possono permettere”. Anche molti di noi si possono permettere 100 euro, ma non li donano. Moltissimi hanno preferito spenderli per andare a sciare, pur schivando i consigli, e poi le regole, o chiudersi come in un novello Decameron nei buen retiri in Versilia portando con sé il contagio. Dunque, perché dovrebbe darci fastidio se mostrano intelligenza e bontà?
È proprio vero, come ci ricorda l’incommensurabile Manzoni, che davanti alle sfide più drammatiche della vita il grano e il loglio si separano, la spada li divide con un solco. Ci sono piccinerie, individualismo e panico da vuoto spinto; e gesti generosi, intrepidi, da testimoni che non t’aspetti. Che tristezza, e che letizia, nell’uno e nell’altro caso. È l’uomo, così fragile e cattivo, così fragile. E meraviglioso.