Il Coronavirus, è ormai noto, sta mettendo in ginocchio il mondo intero e ha tra i suoi bersagli preferiti (non solo) gli anziani, nei quali si scatena in maniera altamente letale fino a provocare serie complicazioni e, in alcune circostanze, addirittura la morte. È per questo motivo che numerose case di riposo e strutture di accoglienza assistita, nel tentativo di scongiurare tale minaccia per i loro ospiti, hanno decretato lo stop alle visite di parenti e amici sino a data da destinarsi. Una decisione drastica, senza dubbio, ma indispensabile per provare a garantire la massima sicurezza alle persone che alloggiano presso di loro. “Gli anziani non hanno le riserve e il fisico adatto per gestire le malattie”, ha dichiarato il dottor Richard Baron, geriatra e presidente dell’American Board of Internal Medicine, al portale NBC News. “Sono davvero fragili e il loro stato clinico può cambiare molto rapidamente. Se c’è una sola cosa che conta di più in questo momento, è che se qualcuno ha la febbre o la tosse o si sente male, non vada in una casa di cura e, almeno su quest’aspetto, non dovrebbero esistere eccezioni di alcuna natura”.
CORONAVIRUS: QUALI DIFESE PER LE CASE DI RIPOSO? TELEFONI E VIDEOCHIAMATE SOSTITUISCONO GLI ABBRACCI
Certamente gli anziani che dimorano presso le case di riposo potrebbero soffrire la solitudine, venendo improvvisamente meno il contatto, anche soltanto visivo, con le persone a loro più care. Così, tantissime strutture, negli Stati Uniti d’America ma anche in Italia, hanno aggirato il problema, fornendo ai propri ospiti supporti tecnologici idonei alle videochiamate, per parlare ai loro familiari guardandoli negli occhi, seppur attraverso lo schermo di un telefono, di un tablet o di un computer. Misure affatto esagerate, purtroppo. Secondo quanto riferito da NBC News, al Life Care Center di Kirkland (Washington) sono deceduti diciotto residenti risultati positivi al COVID-19 e altri trentuno anziani sono stati sottoposti al tampone, che ha dato esito non negativo. Anche una persona che ha visitato la struttura ha contratto il virus ed è morta. “Questa è la più grande minaccia per i residenti delle case di cura che abbiamo visto in molti anni, anzi: forse non l’abbiamo mai vista prima d’ora”, ha asserito il dottor Michael Wasserman, presidente della California Association of Long Term Care Medicine. Un altro dato testimonia la veridicità delle sue parole: presso l’Issaquah Nursing & Rehabilitation Center (Washington), un ospite è mancato a causa del virus e altri due sono stati contagiati.