Vittorio Cecchi Gori sconterà il resto della pena ai domiciliari: questo quanto disposto dal giudice di Sorveglianza, che ha accolto la richiesta della difesa del noto imprenditore. Ieri, come riportano i colleghi di Rai News, il 77enne ha lasciato l’ospedale Gemelli, dove era ricoverato dal 27 febbraio 2020. Come vi abbiamo raccontato, lo scorso 27 febbraio la Corte di Cassazione aveva reso definitiva la condanna di Cecchi Gori per il fallimento della Safin Cinematografica: dovrebbe scontare in carcere una pena complessiva di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni. Ma, come dicevamo, il giudice di Sorveglianza ha disposto i domiciliari in relazione allo stato di salute dell’imprenditore – «allo stato si trova in una condizione fisica tale che per le patologie da cui è affetto necessita di molteplici e costanti interventi terapeutici e riabilitativi non eseguibili efficacemente e tempestivamente in ambito carcerario», riporta Il Fatto Quotidiano – ed anche in relazione all’emergenza coronavirus.
VITTORIO CECCHI GORI DIMESSO, SCONTA LA PENA AI DOMILIARI
Il provvedimento del giudice di Sorveglianza prevede che Vittorio Cecchi Gori abbia la possibilità di lasciare la sua abitazione due ore al giorno per provvedere «alle sue indispensabili esigenze di vita», vale a dire visite, terapie e controlli. Per il momento il produttore cinematografico non ha rilasciato dichiarazioni, mentre Il Fatto Quotidiano riporta le parole del suo avvocato Massimo Biffa, che ha espresso grande gioia per il risultato ottenuto: «Esprimo soddisfazione, oltre che per il risultato ottenuto, anche per la celerità del provvedimento. Quanto capitato al mio assistito è la dimostrazione che la giustizia, se vuole, può essere rapida». Ricordiamo che molti amici e colleghi di Cecchi Gori avevano espresso vicinanza al 77enne, chiedendo alle autorità di non portarlo in carcere a causa delle sue precarie condizioni di salute.