Il Coronavirus unisce e divide. Unisce, almeno in questo momento, nei vari appelli che intimano di rimanere a casa per frenare la diffusione del contagio e, se non altro, da questo punto di vista si è superato lo scetticismo iniziale (almeno fino a un certo punto) di chi (tanti) sostenevano invece che l’allarmismo avrebbe portato a ben poco; divide in vari ambiti, e qui noi parliamo di quello dello sport. Scriviamo a poche ore dalla cancellazione ufficiale di Siviglia Roma e Inter Getafe, le due partite che vedono coinvolte le nostre squadre in Europa League; la UEFA ha le mani legate, le autorità locali hanno chiuso il traffico aereo che riguarda i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19 e dunque le squadre sono impossibilitate a viaggiare verso quelle destinazioni. Che fare? E’ evidente che una decisione vada presa: siamo d’accordo sul fatto che in questo momento si navighi a vista e i risultati sportivi siano l’ultimo dei problemi, ma d’altra parte non sarebbe giusto – per esempio – escludere a tavolino una società che voglia giocare ma non lo possa fare. Un esempio di questo viene anche dal mondo del tennis: è notizia della primissima mattina di mercoledì il lancio di una petizione da parte di Claudio Fortuna, giocatore siciliano, che ha rivolto alla ITF (la Federazione Internazionale di Tennis) l’appello a fermare ogni singolo torneo. Il motivo è chiaro: l’emergenza Coronavirus che si sta espandendo giorno dopo giorno e dunque i rischi nel viaggiare e competere in questo momento storico. In più c’è anche una questione prettamente discriminatoria.
CORONAVIRUS, RICHIESTA ALLA ITF: SOSPENDETE TUTTI I TORNEI
Nella sua petizione, Luca Fortuna dice che causa Coronavirus “in Italia abbiamo lanciato l’hashtag #restateacasa, credo che questa debba essere la politica che anche la ITF debba usare da ora in avanti”. IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Maria Vittoria Viviani, la cui famiglia vive a Lodi e dunque in una zona ad alta diffusione di contagio: lei per prima conosce i rischi e le limitazioni imposte dal Covid-19, riconosce che nel nostro Paese il numero dei contagi è più alto ma dice anche che “tutti devono avere le stesse opportunità, noi italiani non possiamo quasi uscire di casa mentre in Grecia e in Turchia giocano tornei come se nulla fosse”. Il punto della petizione, e delle dichiarazioni di Maria Vittoria, è che il Coronavirus è un problema mondiale e lo si sta capendo in queste ultime ore (in Spagna stanno meditando di fermare i campionati, come accaduto da noi). “Capirei di più se ci fosse in atto un colpo di stato: noi non potremmo entrare o uscire, ma sarebbe un problema nostro. Qui invece stiamo parlando di un virus che sta colpendo tutti”. Come sanno bene gli organizzatori di Indian Wells, il cosiddetto quinto Slam che sarebbe dovuto iniziare giovedì: gli organizzatori si sono trovati costretti a cancellare l’appuntamento non potendo garantire le adeguate e anche solo basilari norme di sicurezza. Così chiede anche la petizione alla ITF: se qualcuno non può giocare, allora che non giochi nessuno. La Federazione Internazionale di Tennis recepirà il messaggio?