Coronavirus e fake news, o quelle che da noi circolano come le cosiddette “bufale”: mentre milioni di italiani sono costretti a casa e spesso l’unico contatto con l’esterno sono i social network continua a circolare quello che è un virus se non pericoloso almeno dannoso come il CoVid-19, ovvero quello della disinformazione e che spesso fa breccia pure su soggetti avveduti ma che finiscono per credere a una notizia che appunto diventa… virale e rilanciata da migliaia di persone in poche ore. Spesso si tratta di notizie che fanno sorridere per quanto sono inverosimili ma in molti casi diffondono false credenze o atteggiamenti che possono addirittura diventare pericolosi per gli stessi soggetti e mai come in questo momento in cui si chiede a tutti di restare in casa e seguire le poche e chiare linee-guida della comunità scientifica è importante dunque smascherare le fake news. Ecco qui di seguito una breve lista di quelle che da circa un mese a questa parte girano nel nostro Paese, alcune delle quali hanno già ‘attecchito’ all’estero, mentre altre sono italiane DOP e a volte alla loro diffusione contribuiscono personaggi insospettabili o gli stessi VIP come è successo qualche giorno fa nel caso di Belen Rodriguez che ha contribuito ad aggiungere confusione a una situazione già complicata per chi cerca di fare informazione scientifica.
CORONAVIRUS, ECCO TUTTE LE FAKE NEWS: DAI “COMPLOTTI” CINESI AI TEST FAI-DA-TE
La showgirl e conduttrice argentina infatti è responsabile della diffusione su Whatsapp di un audio apparso nelle sue Stories di Instagram in cui si parla dell’effetto positivo della Vitamina C sul Coronavirus, notizia che non ha alcun fondamento scientifico nonostante i suoi molti effetti positivi. Ma questa è solo l’ultima di una serie: basti pensare a quelle che hanno cominciato a circolare nei primi tempi dell’infezione in quel di Wuhan e che fanno riferimento a complotti quali l’origine militare del virus, o la sua creazione in laboratorio come arma batteriologica da parte di un’oscura cospirazione intenzionata a sovvertire l’ordine mondiale, senza contare quei messaggi che cercano di dissuadere i più creduloni facendoli aderire a sette e pseudo-organizzazioni che parlano dell’imminente Apocalisse o di segnali divini. Di altro tipo sono le “bufale” legate alla malattia in sé e alla sua diffusione: ad esempio quella relativa al fatto che il virus non sopravvive al calore e quindi è utile bere bevande caldissime oppure sulla durata in ore della sua sopravvivenza su determinate superfici. Per non parlare dei metodi fai-da-te per scoprire se si è affetti dal CoVid-19 senza fare il tampone come quello che suggerisce di trattenere il respiro per 10 secondi, co0me pure delle tante formule sui disinfettanti da realizzare in casa che potrebbero causare irritazioni e gravi conseguenze per la pelle di chi non ha i rudimenti della chimica.
LA “BUFALA” SUL VACCINO IN SVIZZERA E LE… ABBUFFATE DI AGLIO
Tra le altre fake news che più frequentemente si vedono circolare su WhatsApp o veicolate diversi gruppi Facebook ci sono quelle sull’origine del virus (e sui presunti gusti culinari dei cinesi) ma anche della presunta esistenza di un vaccino -come segnalato dal portale Bufale.net- nella zona di Vittorio Veneto, creato in Australia ma negato ai cittadini italiani perché secondo qualcuno sarebbe in dotazione solamente alle autorità sanitarie svizzere. Inoltre per qualche giorno si era diffuso un vademecum su come e perché radersi la barba per non contagiarsi (ma riguarda solo certe categorie di lavoratori) ma anche la notizia che abbuffarsi di aglio aiuterebbe a non contrarre il CoVid-19 o quella venuta dagli USA che invitava a bere addirittura diossido di cloro (a base di candeggina!). Se infine sulle mascherine e il loro uso è stata la stessa comunità scientifica a dividersi e a dare indicazioni a volte contrastanti, è utile citare infine alcune fake news made in Italy e che vanno per la maggiore negli ultimi giorni sui social tricolori: si parte dalla fobia ingiustificata per pacchi e lettere provenienti dalla Cina (e non solo), ai falsi consigli di un presunto e mai identificato “ricercatore di Wuhan” fino ad arrivare al consiglio di bere molta acqua per diluire l’effetto della carica virale.