In questi giorni di emergenza Coronavirus c’è una parola di cui si sente spesso parlare: Cross. Cos’è? Si tratta della Centrale remota operazioni di soccorso sanitario che è stata attivata in questi giorni dalla Protezione civile per coordinare la gestione dei posti letto negli ospedali. Ad esempio, l’assessore alla Salute e al Welfare Giulio Gallera ha annunciato che una quarantina di pazienti sono stati trasferiti dalla Lombardia in altre Regioni grazie alla Cross di Pistoia. La struttura è nata nel 2016 e ce n’è un’altra oltre a quella di Pistoia: ci riferiamo a quella di Torino. Le due non operano mai insieme o contemporaneamente, ma una per volta, alternandosi. Quando una Regione, come la Lombardia, non ce la fa con le sue risorse sanitarie, si rivolge al Dipartimento della Protezione civile, che in questo caso ha attivato la Cross di Pistoia. Come spiegato dal dottor Piero Paolini, direttore della Cross di Pistoia, a InToscana, si sono messi in contatto con i referenti sanitari regionali per le emergenze per capire le loro esigenze e se hanno bisogno che pazienti della terapia intensiva vengano trasferiti per liberare posti per altri pazienti legati all’emergenza Coronavirus.
CROSS E CORONAVIRUS, COS’È E COME AIUTA LA REGIONE LOMBARDIA
La Cross funziona come una centrale del 118, infatti la normativa prevede che sia istituita all’interno di una centrale operativa del 118. In questa fase di emergenza per il Coronavirus, la Cross di Pistoia sta usando quasi esclusivamente elicotteri visto che le condizioni meteo sono favorevoli e ci sono richieste d’aiuto da parte della Lombardia. Ne ha parlato il dottor Piero Paolini, spiegando a InToscana come stanno aiutando la Regione guidata dal governatore Attilio Fontana in questa fase delicata: si stanno occupando di individuare le disponibilità per effettuare i trasferimenti. Inizialmente vengono preferite le regioni più vicine, ma la Cross di Pistoia si sta sempre più allontanando visto che le disponibilità di posti letto stanno terminando. Le operazioni di trasferimento però non sono semplici. «Si tratta di pazienti difficilissimi perché in condizioni molto gravi o clinicamente instabili». Quindi i trasferimenti vanno fatti con calma. Il direttore della Cross non esclude un’alternanza con quella di Torino, visto che è un lavoro impegnativo e non si sa quanto durerà l’emergenza legata al Coronavirus.