Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio interviene sulla vicenda delle mascherine. «Denunceremo in tutte le sedi internazionale competenti i Paesi che si macchieranno della pratica ignobile di requisire mascherine destinate a stati in difficoltà come l’Italia», ha dichiarato in una diretta Facebook. Di Maio ha parlato di «mascherine acquistate da aziende italiane che si sono bloccate alla frontiera di alcuni altri Paesi, che stanno provando anche a requisirle per impiegarle a uso interno». Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha avvertito i Paesi membri: «Dobbiamo condividere il materiale protettivo, come le mascherine, all’interno dell’Unione europea. I divieti nazionali di vendita ad altri Paesi europei sono nefasti». Von der Leyn ha poi aggiunto: «Nessuno Stato può produrre da solo ciò di cui ha bisogno. Oggi è l’Italia che ha bisogno rapidamente, ma fra qualche settimana saranno altri Paesi». (agg. di Silvana Palazzo)
MASCHERINE CORONAVIRUS, 19 MILIONI BLOCCATE DA ALTRI PAESI
Secondo quanto riportato da TgCom 24 ci sarebbero ben 19 milioni di mascherine da coronavirus acquistate dall’Italia all’estero bloccate da diversi Paesi sia di produzione che di transito del grosso quantitativo di merci: «Si tratta mascherine Ffp2 e chirurgiche. I dispositivi erano stati acquistati da aziende italiane e sarebbero dovute arrivare nei prossimi giorni ma i Paesi in cui sono state prodotti e, in alcuni casi, quelli di transito, ne hanno bloccato l’arrivo, sequestrandoli e destinandoli al loro mercato», pubblica TgCom 24 su fonte Ansa. Tanto la Lombardia quanto il Veneto con Zaia stanno decidendo di produrre “in proprio” le mascherine per provare a far fronte alla forte emergenza ancora intatta per le prossime settimane: «Siamo pronti a produrre mascherine sanitarie in proprio ma ci serve un’autorizzazione che spero sia al’interno del Decreto che verrà approvato dal governo. Lungo il viaggio diminuiscono perché gli scatoloni, che a volte arrivano vuoti, passano per altri Paesi che ne hanno necessità», ha spiegato il Governatore veneto questa mattina all’Ansa. Nel frattempo il Premier Conte ha lanciato un messaggio di “distensione” ai sanitari e vertici della Lombardia proprio partendo dall’emergenza mascherine e dispositivi sanitari d’urgenza: «La nostra priorità è far lavorare in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario che con coraggio e spirito di abnegazione si sta prodigando per la cura dei cittadini, dedicandosi a questa emergenza sanitaria senza risparmiare energie. Come governo – aggiunge il Presidente del Consiglio in una nota – siamo strenuamente impegnati – e io stesso attraverso contatti con i miei omologhi – per procurare in tempi brevissimi i dispositivi di protezione che consentano loro di lavorare in massima sicurezza. C’è massima attenzione per la situazione in Lombardia».
LOMBARDIA, LO SCONTRO SULLE MASCHERINE
Non si placa la polemica sollevata già da ieri sul tema “scottante” delle mascherine da coronavirus: la Lombardia vede aumentare i contagi ogni giorno di più, i reparti degli ospedali sono sempre più saturi e il personale sanitario deve far fronte ad una emergenza finora senza pari nell’epoca moderna dal Novecento in poi. L’invio della Protezione Civile di un ultimo lotto da 200mila mascherine è stato considerato inadeguato dai vertici della Regione: in primis era stato ieri l’assessore al Bilancio lombardo Davide Caparini, che aveva chiesto le dimissioni del commissario Angelo Borrelli, sostenendo che «le mascherine inviate dalla Protezione Civile non sono a norma», più simili a carta igienica e stracci che non a quelle necessarie per far fronte al contagio massimo del Covid.19. Poi lo stesso assessore al Welfare Gallera era intervenuto in maniera molto dura, anche se con toni pacati: «A noi servono mascherine del tipo fpp2 o fpp3 o quelle chirurgiche e invece ci hanno mandato un fazzoletto, un foglio di carta igienica. Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno. Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre». Questa mattina è ancora Gallera ad entrare a gamba tesa sul caos mascherine, spiegando in una intervista «Se stiamo combattendo una guerra, tutti devono dare il massimo, nessuno può trattarci con sufficienza. Quando ho visto le mascherine che abbiamo ricevuto dalla Protezione civile, la mia reazione è stata di rabbia». In mattinata il Ministro degli Esteri Di Maio ha spiegato che è stata finalmente sbloccata la vicenda delle mascherine da Francia e Germania e nei prossimi giorni Berlino invierà un milione di DPI all’Italia come primo aiuto concreto.
MASCHERINE, LA NOTA DI PROTEZIONE CIVILE
La politica si è subito “spaccata” sul tema mascherine: il Centrodestra compatto ha lodato la scelta di Regione Lombardia di scegliere Bertolaso come consulente anche per far fronte alle «inadeguatezze» della Protezione Civile centrale, mentre il Governo stesso ha preso posizione diversa al suo interno per il lotto inviato da Borrelli alla Lombardia. I ministri Boccia e Franceschini difendono l’operato della Protezione Civile (che resta a prescindere lodevole per l’impegno in una situazione difficilissima come quella del coronavirus) e invitano a limitare le polemiche, mentre Italia Viva fa i complimenti a Bertolaso e Fontana criticando Borrelli (e di fatto anche Palazzo Chigi); «In queste ore drammatiche in cui si moltiplicano le attestazioni di solidarietà nei confronti del personale sanitario, facciamo i conti con alcuni provvedimenti sbagliati e con alcune inefficienze organizzative insopportabili e molto pericolose per la salute pubblica», si legge nella durissima lettera inviata dai sindacati nazionali a Palazzo Chigi e ai commissari Arcuri e Borrelli. Consip ha spiegato stamattina di aver già contrattualizzato (con l’arrivo a scaglioni nei prossimi giorni) di 30 milioni di mascherine, il Governo nel nuovo Decreto economico ha inserito una parte in cui impone ad alcune aziende che operano in settori tessili di produrre mascherine mentre è la stessa Protezione Civile con una nota a difendere le proprie scelte: «il Dipartimento della Protezione Civile smentisce le notizie uscite in questi giorni a mezzo stampa, relative a presunti blocchi e requisizioni di dispositivi di protezione individuale (DPI) ordinati all’estero dalle Regioni. Quanto riportato da alcuni organi di informazione è destituito di ogni veridicità, né mai il Dipartimento intenderebbe agire nelle modalità denunciate. Dall’inizio dell’emergenza il Dipartimento e l’intero Servizio Nazionale della Protezione civile stanno lavorando senza sosta e con il massimo impegno, insieme al Governo e alle Regioni, per assicurare la massima sicurezza a tutela dei cittadini». In serata ieri anche Borrelli ha spiegato che «Ci sono quattro polemiche in meno di 24 ore. Il dipartimento della Protezione Civile lavora 24 ore al giorno dall’inizio dell’emergenza, e stiamo andando a cercare mascherine, respiratori, materiale per l’assistenza. Ci troviamo di fronte a una grave pandemia, abbiamo chiesto misure importanti, mi dispiace che ci siano queste polemiche del tutto destituite di fondamento». In una intervista di pochi minuti fa a RaiNews 24 l’assessore Gallera ha invece ribadito che nelle prossime settimana la Regione Lombardia cercherà di far produrre nuove mascherine anche dalle tante aziende lombarde che lavorano nel settore tessile.