La MotoGp è ferma per l’emergenza Coronavirus, ma si va avanti a lavorare per quanto possibile: Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, lo sta facendo dalla sua casa di Schio, in vista dell’inizio di una stagione che ha visto l’annullamento dei primi tre Gran Premi e che, lo abbiamo visto in precedenza, potrebbe chiudersi a gennaio del prossimo anno ma anche prevedere soltanto 13 gare. “Sono fiducioso che le corse necessarie a definirlo Campionato del Mondo si riescano a fare” ha detto Dall’Igna, che ha anche detto di stare lavorando per quanto possibile da casa, sistemando quelle cose che non erano andate bene nell’ultimo test anche se la maggior parte dei tecnici non è attiva. Circa la possibilità di correre la MotoGp a porte chiuse Dall’Igna, che non ha voluto fare previsioni sul numero dei GP (“domani si potrebbe cambiare tutto il ragionamento”), ha detto di essere favorevole: “Bisogna prendere il male minore e questo lo sarebbe, certo le gare avrebbero un sapore strano e innaturale ma in emergenza ben venga”). Una parte interessante dell’intervista rilasciata a Sky Sport riguarda la situazione della Ducati (“I nostri tempi si erano alzati, ma sono convinto che Andrea Dovizioso avrebbe potuto fare bene in Qatar”) e in che modo la sosta e le eventuali porte chiuse potrebbero influire sul Mondiale MotoGp: “Marc Marquez ne trarrà beneficio, fisicamente era quello che doveva recuperare di più”, e poi ancora ha detto che questo stop potrebbe aiutare Honda e Aprilia che avevano manifestato, nel corso dei test, qualche problema di prestazioni e affidabilità. (agg. di Claudio Franceschini)
CORONAVIRUS MOTOGP, SI CORRE FINO AL 2021?
Come abbiamo ben visto in queste ultime settimane, l’emergenza Coronavirus ha provocato un vero terremoto nel mondo dello sport e certo il mondo dei motori, come quello più piccolo della Motogp non è stato esente. Negli ultimi giorni la Dorna, in accordo con la Fim (Federazione internazionale Motociclistica) ha annunciato il rinvio di non pochi appuntamenti, da quello di Austin a quello in Argentina, posticipando di fatto l’avvio della stagione (dopo la tappa dimezzata in Qatar) a maggio con la prova di Jerez. In tal modo però si è spostato il termine della stagione della Motogp parecchio in là, fino a fine novembre: pure non si escludono ulteriori novità a proposito. A farlo poi in questi giorni è stato lo stesso presidente della Fim Jorge Viegas, che parlando di tutti gli sport motoristici (che contano parecchi eventi annullati) non ha escluso opzioni impegnative: “Se diversi altri eventi saranno annullati e se dovremo riprendere a correre molto più tardi, faremo il possibile per mantenere dei campionati degni di questo nome. Se è necessario, andremo fino a gennaio 2021. Per noi non è un tabù”.
FIM: VOGLIAMO PROSEGUIRE LE NOSTRE ATTIVITA’ MA SEGUIREMO LE INDICAZIONI DI GOVERNI E OMS
Di certo la Fim segue con grande attenzione l’evoluzione dell’emergenza Coronavirus in tutto il mondo e gli effetti che ne arrivano per il mondo dello sport. Viegas ha dunque dichiarato in questi giorni: “Non voglio drammatizzare ulteriormente. Non sono un virologo; non spetta a me dire cosa può o cosa accadrà in futuro. Presiedo una Federazione sportiva, che gestisce anche altre attività motociclistiche. Il nostro obiettivo è essere in grado di proseguire tutte le nostre attività. Seguiremo sempre le indicazioni dei governi e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Purtroppo, ora esiste uno stato di panico generale”. Anche nel mondo dei motori quindi vi sono grandi punti di domanda e perplessità su quello che sarà il prossimo futuro e per il momento la Fim non pare escludere nessuna opzioni. Pure però si intende rassicurare che tutte le attività, oltre alla Motogp, come Superbike, Motocross, Enduro ecc verranno portate avanti senza favoritismi: “Le cose non sono in conflitto tra i nostri diversi campionati, che rappresentano la grande diversità del nostro sport”.