Il Coronavirus rappresenta un’emergenza in tutto il mondo e in tanti si sono domandati quale possa essere la terapia giusta per sconfiggerlo efficacemente e in tempi rapidi, chiedendosi financo se la cura con le cellule staminali potesse dare risultati. A dissipare tali dubbi ci ha pensato in queste ore Stemnet, la federazione che riunisce le associazioni impegnate nella ricerca sulle cellule staminali. “Come avviene in ogni situazione del genere – hanno dichiarato dalla sede – è necessario mettere in guardia dalla diffusione di notizie non corrispondenti al vero, che possono creare confusione nella popolazione e favorire truffe ai danni dei malati. Questo è avvenuto in passato con particolare gravità nel campo delle cosiddette terapie con cellule staminali. In questa prospettiva va letto il recente comunicato della International Society for Stem Cell Research1, secondo il quale non esistono ancora trattamenti con cellule staminali approvati per la prevenzione e il trattamento dell’infezione da Covid-19. Tale intervento rappresenta un’importante nota di cautela a fronte del rischio di improprie enfatizzazioni e premature commercializzazioni di terapie cellulari non basate su rigorosi studi clinici”.
IL CORONAVIRUS CURA E TERAPIA CON CELLULE STAMINALI? “NEI PAZIENTI PIÙ GRAVI…”
Stemnet sottolinea inoltre come in Italia le complicanze polmonari di un alto numero di pazienti infettati da Covid-19 abbiano creato una grave emergenza sanitaria, connessa alla mancanza di terapie di comprovata efficacia. “Ciò ha dato il via all’utilizzo di farmaci ‘off label’, che possono essere utilizzati per malattie diverse da quelle per le quali sono stati autorizzati. È il caso di alcuni antivirali e di alcuni farmaci biologici anti-citochine(come anti-interleuchina 6 e anti-TNF), recentemente autorizzati su questi pazienti”. Considerato lo stato delle cose, la letteratura scientifica può venire in soccorso, suggerendo come siano stati pubblicati dati di una possibile efficacia anche in merito a particolari cellule stromali/staminali mesenchimali. “Tenuto conto della notevole sicurezza dell’uso clinico delle MSC – hanno chiosato da Stemnet – è auspicabile che, di fronte a un’emergenza sanitaria così grave come quella cui stiamo assistendo, si possa valutare il loro uso clinico mirato in pazienti gravemente compromessi e a rischio della vita, seguendo necessariamente le attuali normative della sperimentazione clinica di fase I/II e/o all’interno di usi compassionevoli”.