La Spagna “requisisce” gli ospedali privati. E’ la notizia di qualche giorno fa dopo che il ministro della salute e il governo hanno deciso di mettere la sanità privata al servizio del sistema nazionale sanitario. Sarebbe sia da capire quale il reale contenuto della notizia non conoscendo come funzioni il sistema sanitario spagnolo, la notizia ha scatenato sui social la richiesta di fare altrettanto anche in Italia, qualcuno addirittura chiedendo l’intervento dell’esercito. La sanità privata, almeno in Lombardia, ha un sistema di accreditamento con quella pubblica che permette ricoveri pagati e rimborsati. In ogni caso le strutture ospedaliere private della Lombardia già da giorni hanno messo a disposizione i loro spazi per chi è contagiato dal coronavirus senza ovviamente spese aggiuntive. L’Associazione italiana degli ospedali privati (Aiop) già dal 13 marzo ha comunicato che nelle strutture dislocate in regione sono a disposizione 2.621 posti letto per la degenza e 270 posti in terapia intensiva, sui 350 totali disponibili, tra autorizzati e accreditati. I principali operatori del settore si sono mossi, il Gruppo ospedaliero San Donato della famiglia Rotelli (i primi quattro ospedali per numeri di posti letto sono il San Raffaele, il San Donato e gli istituti clinici di Bergamo e Brescia), il polo sanitario Humanitas di proprietà della famiglia Rocca, il gruppo Multimedica oltre alla fondazione Poliambulanza Brescia e tutti gli altri player attivi sul territorio regionale.
POLEMICHE TRA SANITA’ PUBBLICA E PRIVATA
Secondo il presidente di Aiop Lombardia Dario Beretta, “Il privato si è attivato fin dal 21 febbraio quando è suonato il primo campanello d’allarme, in poche ore c’è stato un incontro con i vertici regionali e il giorno successivo con i direttori sanitari per diventare immediatamente operativi. Questo ha significato far fronte subito a tre richieste: posti letto in terapia intensiva per pazienti positivi al nuovo virus, posti letto per la degenza di questi pazienti, posti letto per ricoveri ordinari che sgravassero gli ospedali pubblici da pazienti con patologie differenti dal Coronavirus”. Questa notizia è passata inosservata ai più che chiedono di requisire queste strutture per darle alla sanità pubblica. Spiega l’assessore alla sanità lombarda Giulio Gallera che “tutti gli erogatori pubblici e privati hanno praticamente azzerato le attività programmate convertendo i posti letto per incrementare l’offerta di degenza e di sorveglianza intensiva per i pazienti affetti da Coronavirus. Nei reparti di pneumologia delle strutture private accreditate sono ricoverati più di 700 pazienti. I posti di terapia intensiva attivi in questi ospedali sono 292 con un incremento del 26% rispetto ai 230 attivi al 19 febbraio. Di questi, 157 sono dedicati a pazienti Covid-19 e 135 a quelli affetti da diverse patologie. Fra gli altri, al San Raffaele ci sono attualmente 21 pazienti Covid intubati, 16 all’Humanitas di Rozzano, altri 16 all’Humanitas Gavazzeni, 36 alla Poliambulanza di Brescia”, ha sottolinea Gallera, affermando poi che “questo non è il momento delle polemiche ma dell’azione, decisa e tempestiva. Soprattutto è necessario evitare di contagiare per essere contagiati”.