La pandemia da Coronavirus? L’OMS aveva già previsto tutto in un rapporto pubblicato lo scorso settembre e che, rimasto sostanzialmente inascoltato, ha anticipato alcuni degli sviluppi che sta avendo la diffusione fuori dalla Cina dell’epidemia da CoVid-19 oltre l’impreparazione con cui i diversi sistemi sanitari nazionali avrebbero affrontato questa emergenza sanitaria. Insomma, era tutto scritto eppure l’appello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che aveva affidato a un board di esperti la redazione di un documento di 48 pagine sulla “global preparedness” in caso di pandemie) nella migliore delle ipotesi è stato sottovalutato: eppure sin dal titolo, “A world at risk”, si accennava alla possibilità che la nuova Sars diventasse una pandemia dato che “la malattia prospera nel disordine e lo spettro di una emergenza globale sanitaria incombe su di noi” e ricordando che una tale minaccia era già alla fine della scorsa estate molto reale oltre che altamente letale a causa di “un agente patogeno respiratorio che uccide da 50 a 80 milioni di persone e spazza via quasi il 5% dell’economia mondiale”.
CORONAVIRUS, L’OMS A SETTEMBRE AVEVA PREVISTO GIA’ TUTTO
Va ricordato che il documento commissionato dall’OMS al suo pool di esperti e pubblicato a settembre 2019 arrivava praticamente solo due mesi prima che nella provincia di Hubei, nella Cina centrale, si verificassero i primi casi di contagio da Coronavirus: “Una tale pandemia su scala globale sarebbe catastrofica” si legge ancora nel documento e per questo motivo sorge spontanea la domanda sul perché non si sia corsi per tempo ai ripari con la conseguenza che oggi le stime più ottimistiche parlano del 2021 come meta dell’uscita dal tunnel mentre secondo il Robert Koch Institut tedesco la pandemia potrebbe durare anche due anni. “Il mondo deve stabilire i sistemi necessari per individuare e controllare i potenziali focolai di malattie” continua il rapporto che invitava i singoli Stati ad agire e a supporto di questo allarme citava i dati relativi alla precedente pandemia della febbre suina (H1 N1) e a quella africana dell’Ebola.
RAPPORTO CHOC: “INCOMBE UNA MINACCIA GLOBALE E NON SAREMO PRONTI”
E poi ecco l’altra facile ma drammatica profezia: “La grande maggioranza dei sistemi sanitari nazionali non sarebbe capace di gestire un grande afflusso di pazienti infettati da questo tipo di agente patogeno che si diffonde molto rapidamente e che ha una elevata trasmissibilità oltre che elevati tassi di mortalità”. Infine, il documento fa un outlook anche sui possibili impatti di tale pandemia sullo scenario economico mondiale e calcola che il costo sarebbe di circa 3mila miliardi di dollari corrispondenti al 4,8% del PIL globale. Insomma, quando qualche giorno fa l’Organizzazione presieduta da Tedros Adhanom Ghebreyesus ha confermato l’evoluzione del CoVid-19 da epidemia a pandemia quello che doveva sorprendere non era l’annuncio bensì la stessa sorpresa di tutte quelle istituzioni che improvvisamente cadevano dal pero…