Nuovi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus in Francia con il nuovo bollettino del ministero della Sanità: il numero dei morti è salito a 175, 27 in più rispetto a 24 ore fa, mentre i casi di contagio sono 7730, mille casi in più rispetto a ieri. Come spiegano i colleghi de Le Parisien, 699 pazienti versano in gravi condizioni in terapia su un totale di 2549 persone in ospedale per il Covid-19. Governo al lavoro per contrastare l’emergenza e, come accaduto all’Italia, la Francia può contare sulla vicinanza della Cina: Pechino ha infatti inviato un milione di mascherine per combattere la pandemia. L’agenzia di stampa Xinhua ha specificato che il lotto è stato inviato per via aerea in Belgio. Infine, Le Parisien segnala che il messaggio alla nazione di Emmanuel Macron è stato seguito da 9,64 milioni di persone: ricordiamo che l’intervento dello Capo dello Stato è andato in onda su France 3 e TF1. (Aggiornamento di MB)
CORONAVIRUS FRANCIA, MACRON IN OSPEDALE
Come riferito dall’emittente transalpina LCI, nella mattinata di oggi, mercoledì 18 marzo 2020, Emmanuel Macron si è recato all’ospedale “Avicenne” di Bobigny per incontrare il personale che lavora in terapia intensiva con i pazienti affetti da Coronavirus. Il capo dello Stato, dichiarano dall’Eliseo, “ha incontrato un piccolo gruppo di medici e infermieri per un breve scambio. In quest’occasione è stata osservata la rigorosa osservanza della distanza interpersonale. Il presidente non è entrato in contatto con i pazienti”. Intanto, anche in Francia proseguono, rigorosi, i controlli delle autocertificazioni per gli spostamenti della popolazione, al fine di limitare quanto più possibile la diffusione del Covid-19 nel Paese, che, secondo gli ultimi dati, ha già registrato 7700 casi e 148 decessi. Sarebbero in particolare state fermate 10mila persone e compilati ben 518 verbali dalle forze dell’ordine. I posti di blocco sono stati posizionati nella città di Parigi e nella sua periferia e sono stati attivi tra le 12 di martedì 17 marzo e le 8 di oggi. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CORONAVIRUS FRANCIA: 7700 CASI, 148 VITTIME. PREOCCUPA UNA REGIONE IN PARTICOLARE
Sono quasi 7.700 i malati di coronavirus in Francia, mentre le vittime sono salite nelle ultime ore a quota 148. La nazione d’oltralpe si è bloccata dalle ore 12:00 di ieri, da quando cioè tutti i negozi che non vendono beni di prima necessità, hanno abbassato le serrande, così come bar, ristoranti, cinema, teatri e via discorrendo, sulla falsa riga del modello Italia. Alla luce di queste misure restrittive, Parigi si è di fatto svuotata, dopo che la stazione ferroviaria è stata presa d’assalto dai turisti in fuga, un po’ come accaduto a Milano una decina di giorni fa, con le persone che scappavano verso il sud Italia. 150 i posti di blocco disseminati per l’intera capitale d’oltralpe, con l’aggiunta di ben 100mila agenti, impegnati a controllare che i cittadini abbiano con se le autocertificazioni che permettono loro di spostarsi per ragioni di lavoro, per fare la spesa, o per emergenze varie. L’epidemia ha colpito in particolare nella regione dell’Ile de France, quella dove si trova appunto Parigi, nonché nella Grand Est, nei pressi del Belgio e del Lussemburgo.
CORONAVIRUS FRANCIA, LE MAIRE: “GOVERNO PRONTO A NAZIONALIZZAZIONI”
Intanto il governo sta varando misure economiche imponenti per salvaguardare il proprio paese, e il ministro delle finanze, Bruno Le Maire, ha spiegato di essere pronto anche a nazionalizzare le aziende nel caso in cui si dovesse rendere necessario, pur di proteggere la società dalle minacce del coronavirus. “Non esiterò – le sue parole in occasione di una conferenza stampa telefonica – a utilizzare tutti i mezzi a mia disposizione per proteggere le grandi aziende francesi. Si può passare – ha precisato il ministro – attraverso la capitalizzazione o un investimento azionario. Posso anche usare il termine nazionalizzazione se necessario”. 45 i miliardi stanziati con effetto immediato, con la speranza, ovviamente, che possano bastare a risollevare un paese che nelle scorse settimane si era bloccato a lungo a causa degli scioperi post riforma delle pensioni. Fra le misure restrittive attuate, anche una limitazione della vendita di paracetamolo, utilizzato per contrastare i sintomi del coronavirus: una confezione a chi non ha sintomi, due invece a chi ha la febbre e la tosse.