“Le mie dottrine esistono per liberare i reparti di maternità dal loro orrore, per preservare la moglie per suo marito e la madre per suo figlio”. Così parlava all’epoca il medico ungherese Ignaz Semmelweis, da due giorni celebrato da Google con un Doodle speciale. Considerato uno dei padri della moderna tecnica antisettica, il suo lavoro è stato molto utile per comprendere meglio quali fossero le particelle microscopiche che possono causare le malattie. Di fatto il luminare dell’est Europa gettò le basi per la teoria dei germi, considerata il più importante contributo alla scienza e alla pratica medica moderna. Alcuni ricordano comunque che già 3000 anni prima di Sommelweis, la Bibbia, con la sua Legge Mosaica, aveva messo in guardia su come trattare e toccare un corpo. In poche parole, stando a questa legge religiosa risalente addirittura al 16esimo secolo prima della nascita di Cristo, chiunque toccasse un cadavere sarebbe diventato impuro per almeno sette giorni, di conseguenza, avrebbe dovuto sottoporsi ad una procedura di purificazione, che includeva il lavaggio del proprio corpo e dei suoi vestiti. Inoltre, nel periodo di “quarantena”, avrebbe dovuto evitare il contatto con altri. Tutti atteggiamenti terribilmente d’attualità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS: A BUDAPEST UNA STATUA IN SUO ONORE
Sono tanti coloro che hanno deciso di dedicare un’opera al grande medico ungherese Ignaz Semmelweis. Fra questi anche il giornalista e fisico Victor Robinson vissuto fra la fine dell’800 e la metà del ‘900. Nella sua opera del 1912, intitolata “Pionieri della medicina”, il collega ucraino descriveva la vita e di fatto i miracoli di Semmelweis, sottolineando come lo stesso sia stato bistrattato da tutta la comunità scientifica, che solo dopo la sua morte scoprì il reale significato delle sua scoperte. Il luminare ungherese ricevette infatti il riconoscimento postumo, e a Budapest gli venne anche eretta una statua in suo onore. Un monumento in cui si vede lo stesso Semmelweis con un libro sotto il braccio, e una donna seduta con un bambino, che guarda lo stesso medico con occhi di ammirazione. Robinson, a riguardo, scrive così nel suo saggio: “Oggi sono rimasto davanti al monumento di Semmelweis. È molto bello ed è ben curato da un guardiano speciale. Ah, se fossero stati tanto teneri con quell’uomo quanto lo sono per la sua statua, la sua carriera sarebbe stata più felice…”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS CHI È? “UN UOMO RARO CHE AMÒ OLTRE IL RAGIONEVOLE”
Prosegue anche oggi il Doodle di Google dedicato al grande Ignaz Semmelweis, il medico ungherese che per primo sottolineò l’importanza di lavarsi le mani nella medicina. In questo focus vogliamo soffermarci su quello che pensavano di lui i suoi più cari amici, le persone a lui più vicine all’epoca, come ad esempio Louis-Ferdinand Céline, scrittore e medico francese, che parlando del compianto luminare dell’est Europa un giorno disse: “Semmelweis attingeva la sua esistenza a fonti troppo generose per essere ben compreso dagli altri uomini. Egli era di quelli, troppo rari, che possono amare la vita in ciò che essa ha di più semplice e di più bello: vivere. L’amò oltre il ragionevole”. Un’altra volta, invece, spiegò: “Si può amare il calore, ma nessuno ci si vuol bruciare, Semmelweis era il fuoco”. Infine, in un’altra occasione, lo scrittore francese parlò così del compianto Semmelweis, la cui scoperta risulta essere d’attualità oggi come non mai: “Frzare così il proprio sogno a tutte le promiscuità vuol dire vivere in un mondo di scoperte, vuol dire vedere nella notte, e forse anche forzare il mondo a entrare nel proprio sogno”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS CHI È? LAVAGGIO MANI CON SOLUZIONE DI CLORO: GOOGLE LO OMAGGIA
Oggi venerdì 20 marzo, Google celebra Ignaz Semmelweis, scienziato vissuto nel Diciannovesimo secolo, con un originalissimo doodle. Un omaggio che non è legato all’anniversario della sua nascita o della sua scomparsa, ma ad una sua scoperta che in queste settimane di emergenza Coronavirus è tornata dannatamente di moda: il lavaggio delle mani con soluzione di cloro. Semmelweis infatti è stato probabilmente il primo studioso ad accorgersi che un’accurata igiene avrebbe potuto prevenire ed evitare pericolose infezioni, quindi anche la buona abitudine di lavarsi le mani spesso e in maniera scrupolosa. Così Google lo omaggia con un doodle, ma anche con un breve filmato in cui viene mostrata la tecnica corretta per un lavaggio efficace. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
DERISO MA GENIALE
Ignaz Semmelweis, nel suo studio legato alle infezioni che portavano ad aumentare la mortalità collegato al lavaggio delle mani giunse a comprendere l’importanza di utilizzare una soluzione di cloro per disinfettare le mani stesse. Una intuizione che però fu molto contestata se non addirittura derisa dalla comunità dei ginecologi che non furono affatto d’accordo con le sue scoperte. Peccato però che decenni dopo proprio quelle intuizioni del giovane medico, appoggiato nel frattempo da altri più lungimiranti medici viennesi, portarono a ridurre le morti del 90%. Eppure la classe medica in generale gli fu così ostile che venne addirittura allontanato dalla clinica. In tanti colleghi e finanche accademie scrissero lettere aperte in suo favore ma a nulla servì. La morte sopraggiunse per lui in modo curioso, in manicomio, nel 1865 e solo pochi anni dopo, quando Louis Pasteur gettò le basi della tecnica batteriologica moderna, gli si riconobbero tutti i meriti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
TEORIA DA AUTOPSIA SU AMICO MORTO
Ignaz Semmelweis fu il primo a scoprire i benefici medici del lavaggio delle mani, ed a lui Google ha voluto dedicare il doodle del giorno nel bel mezzo della pandemia da Coronavirus, quando ormai quotidianamente siamo bombardati dal consiglio di lavarsi le mani come uno dei modi per far fronte alla diffusione del virus. Il doodle mostra Semmelweis, noto come “il padre del controllo delle infezioni”, con un orologio da tasca che conta fino a 6 secondi mentre sullo sfondo va in scena la dimostrazione del lavaggio delle mani. Le intuizioni di Semmelweis, tuttavia, non furono subito viste come geniali dai suoi colleghi che continuarono a trattarlo con grande scetticismo. Ci vollero decenni prima che le sue teorie venissero confermate. Oggi Semmelweis possiamo definirlo a tutti gli effetti un pioniere ma da dove nacquero le sue teorie? La scoperta, come spiega CNet, arrivò dopo la morte di un amico che si era ferito con un bisturi usato durante un esame post mortem di una donna deceduta per febbre del parto. Dall’autopsia sull’amico, anche lui fu colpito dalla medesima malattia e questo portò Semmelweis a stabilire la connessione e ordinare a studenti e medici di lavarsi le mani in una soluzione di calce clorata prima di ogni esame. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
A LUI SI DEVE L’ESPRESSIONE “RIFLESSO DI SEMMELWEIS”
Per capire l’importanza e la fama di Ignez Semmelweis nel mondo scientifico e non, basti pensare che il medico ungherese ricordato quest’oggi da Google con uno splendido Doodle, ha dato vita addirittura ad un “modo di dire”. Stiamo parlando precisamente del cosiddetto detto “riflesso di Semmelweis”, ovvero, quando un comitato scientifico inizialmente rifiuta una nuova scoperta. Di solito avviene in maniera “riflessiva”, ovvero, senza una verifica sufficiente, e in quel caso si tende a combattere l’autore di una determinata scoperta, quando questi va contro delle credenze molto diffuse e radicate, appunto come il povero Semmelweis. In altri casi si parla anche di teoria del trasferimento continentale di Alfred Wegener, ovvero, quando l’innovazione scientifica e la scoperta, porta addirittura alla punizione piuttosto che alla ricompensa. Anche in questo caso si può citare il caso di Semmelweis, che finì la propria esistenza in un manicomio, dove poi morì a seguito di un’infezione. Il primo concetto venne coniato, ricorda Wikipedia, da Robert Anton Wilson, prendendo appunto il suo nome dal medico ungherese Semmelweis. In vita i suoi studi vennero considerati delle “assurdità speculative”, e respinti con forza e in malo modo da tutti i massimi esperti del campo della ginecologia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS, CHI È? GENIALE PRECORRITORE DELLA BATTERIOLOGIA DI PASTEUR
Come vi abbiamo raccontato, le importanti scoperte di Ignaz Semmelweis sono state valorizzate solo dopo la sua scomparsa ed ancora oggi viene ricordato come uno dei più importanti medici della storia. Oltre ai numerosi film dedicati alla sua figura, di cui vi parleremo più sotto, l’ungherese è stato omaggiato con musei e non solo: pensiamo al Semmelweis Orvostörténeti Múzeum (Museo di storia medica di Semmelweis), che si trova nella ex casa di Semmelweis, oppure all’Università di Semmelweis, un’università di medicina e discipline legate alla salute (Budapest, in Ungheria). A lui sono dedicati due ospedali, la Semmelweis Klinik (Vienna, in Austria) e il Semmelweis di Miskolc (in Ungheria), senza dimenticare che il Pianeta minore (4170) Semmelweis prende il nome da lui. Nel 2008, inoltre, Ignaz Semmelweis è stato selezionato come figura per una moneta commemorativa austriaca. (Aggiornamento di MB)
IGNAZ SEMMELWEIS, UNA STORIA DIVENTATA FILM
Anche Ignaz Semmelweis, così come suoi altri colleghi, ha ispirato diversi film e cortometraggi nel corso della storia. Sono infatti stati svariati coloro che hanno deciso di riproporre in video la curiosa e nel contempo drammatica vita del medico ungherese che per primo cercò di far capire ai propri colleghi l’importanza di lavarsi bene le mani per evitare di contrarre l’epidemia, argomento d’attualità come non mai. Il primo film sulla vita di Semmelweis venne prodotto addirittura nel lontano 1938, un cortometraggio prodotto dalla Mgm con la regia di Fred Zinnemann, che all’epoca ricevette addirittura l’oscar come Miglior cortometraggio. Si chiamava “That mothers might live” (Che le madri possano vivere), produzione tutta statunitense che pose appunto l’accento sugli importanti lavori nel campo della ginecologia del medico dell’est Europa. L’ultimo lavoro risale invece ad una ventina d’anni fa, anche in questo caso un cortometraggio, una produzione del 2001 di Stati Uniti e Austria dal titolo semplicemente “Semmelweis”, dalla regia di Jim Berry. Anche l’Italia ha dedicato un’opera ad Ignaz nel 1980, un lavoro in collaborazione con la Svizzera, dalla regia di Gianfranco Bettetini, dal titolo “Semmelweis”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS CHI È? “IGNORARLO FU UNO DEGLI ERRORI…”
Ignaz Semmelweis è una delle moltissime celebrità nel campo della medicina, della scienza e dell’arte, che hanno ottenuto il giusto riconoscimento solo dopo la morte. In vita il famoso medico ungherese si batté a lungo affinché la comunità scientifica capisse l’importanza del lavarsi le mani con frequenza, ma nessuno gli diede ascolto. Oggi, a distanza di circa 150 anni, Semmelweis viene soprannominato “Il salvatore delle madri”, e dal 1894 gli venne eretto un monumento tombale in quel di Budapest, mentre nel 1906 una statua, poi collocata davanti all’ospedale San Rocco. In seguito, la Clinica Ostetrica dell’Università venne intitolata a suo nome. La storia di Semmelweis è probabilmente una delle più grandi storie di pregiudizio di tutti i tempi, e ci volle Pasteur prima, e Lister poi, per dare lustro a quella semplice quanto incredibile scoperta che aveva fatto almeno una trentina di anni prima il medico ungherese. “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani – scriveva all’epoca Ferdinand von Hebra, amico di Ignaz – ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS, CHI È? “LAVARE LE MANI È FONDAMENTALE”, NESSUNO LO ASCOLTÒ
Ignaz Semmelweis viene celebrato quest’oggi da Google con uno speciale Doodle. Come vi abbiamo già spiegato nel focus qui sotto, si tratta del medico ungherese che per primo scoprì quanto sia basilare lavarsi bene le mani per sconfiggere le epidemie di ogni tipo, argomento decisamente attuale in queste drammatiche settimane. Ma far capire alla comunità medico-scientifica a metà ‘800 un concetto che per noi è basilare, non è stato affatto semplice. Il povero Semmelweis dovette infatti combattere contro l’ostracismo dell’epoca, nonostante lo stesso ebbe l’appoggio di tre suoi professori, nonché tre eminenti personalità della medicina viennese dell’epoca, leggasi Karl von Rokitansky, Joseph Škoda e Ferdinand von Hebra. Questi, come ricorda Focus nella sua versione online, tentarono in ogni modo di far conoscere al mondo scientifico la scoperta del loro allievo, ma i più grandi ginecologi del periodo rimandarono al mittente quella scoperta. La lotta contro l’ignoranza dell’epoca durò ben 13 anni, e alla fine Semmelweis iniziò a spedire lettere a medici e e accademie, e a stampare anche volantini, dando praticamente a tutti dell’assassino. Peccato però che neanche con tale metodo ottenne i frutti sperati, anzi, la comunità lo ricacciò ancora di più. Solo e disperato, visto che nessuno gli dava ascolto, morì il 13 agosto del 1865 in manicomio. Solamente pochi anni dopo, quando Pasteur fondò la betteriologia, si capì quanto fosse stato geniale quel povero medico ungherese… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IGNAZ SEMMELWEIS, CHI È?/ CI HA INSEGNATO A LAVARE LE MANI
Se vi chiedessero “chi vi ha insegnato a lavarvi le mani?”, probabilmente a pochi – e alquanto inquietanti – di voi verrebbe in mente di rispondere Ignaz Semmelweis. O meglio, il dottor Ignaz Semmelweis. Io avrei risposto “la mamma”, come ogni italiano che si rispetti. E invece – e ce lo dice Google con un suo doodle animato proprio oggi, a costo di aver anticipato di un giorno il solito rito della celebrazione dell’equinozio di primavera a ieri, per dare il suo contributo a combattere il Coronavirus (Covid-19) nel mondo. E così, in 50 secondi di musica da sit-com, ecco che in ogni nazione comparirà il panciotto del dott. Ignaz Semmelweis, medico ungherese, che per primo scoprì i benefici clinici di lavarsi le mani e ne promosse uno stile particolarmente accurato. In Italia, in molti avranno in mente i meme e i video ironici su Barbara d’Urso e il suo elaborato modo di lavarsi le mani mostrato in diretta con grande enfasi nel pomeriggio e nelle serate di Canale 5, ebbene il metodo di Ignaz Semmelweis era più o meno così. Curiosamente proprio oggi, nel 1847, Ignaz Semmelweis venne nominato a capo della clinica di maternità dell’Ospedale Generale di Vienna, dove dedusse e dimostrò che una accurata pulizia e disinfezione delle mani poteva ridurre notevolmente i casi di trasmissione delle malattie tra i pazienti che in quegli anni funestavano il suo reparto di maternità. Tutto nacque proprio da una intuizione di Ignaz Semmelweis, che indagava su una malattia – la “febbre del parto” – che in tutta Europa imperversava in quegli anni e stava facendo innumerevoli vittime tra le puerpere. L’intuizione che Ignaz Semmelweis ebbe fu quella che il veicolo di trasmissione di questa febbre, che colpiva solo soggetti particolarmente sensibili e predisposti, fossero le mani dei medici che venivano prima impegnati per effettuare autopsie o altre operazioni. Fu così che prese la decisione di emanare la direttiva obbligatoria di lavarsi le mani tra una visita, o intervento, e l’altro. Sconfiggendo, ahimè in un primo momento solo nella sua clinica, dato lo scetticismo dei colleghi, questa malattia e anticipando di svariati anni quello che fu prassi igienica accettata universalmente nella “teoria dei germi della malattia”. Non solo l’ostetricia, quindi, ma tutta l’infettivologia ritiene che Ignaz Semmelweis sia di fatto il padre del controllo delle infezioni.
IGNAZ SEMMELWEIS, COME LAVARSI LE MANI CORRETTAMENTE
L’epidemia mondiale di coronavirus ha riportato al centro della scena il gesto quotidiano e molto scontato del lavarsi le mani. Oggi, nell’occasione del Doodle dedicato a Ignaz Semmelweis ha la possibilità di ricordarne le regole base. Ma come ci si lava le mani? Anzitutto vanno abbondantemente sciacquate sotto il rubinetto aperto poi vanno completamente coperte di detergente usando la giusta quantità di sapone liquido o avendo cura di insaponare tutta la superficie di entrambe le mani nel caso dell’utilizzo di un sapone allo stato solido. Poi vanno strofinati i palmi con un movimento regolare e circolare. Quando saranno totalmente insaponati si porta il palmo della mano destra sopra la mano sinistra, sempre sfregando avanti e indietro e intrecciando ripetutamente le dita, l’operazione poi si ripete con la mano sinistra sul dorso della destra. Ultimata l’operazione, sempre senza rimuovere il sapone, è la volta dei palmi, nuovamente da sfregare tra loro, ma intrecciando le dita. Dopodiche, ruotando le mani quasi a pugno chiuso, è ancora la volta delle dita che sfregheranno con una certa energia tra di loro. Particolare attenzione andrà poi riservata ai pollici che dovranno a turno essere sfregati avvolgendoli con il palmo della mano opposta. Poi, per una minuziosa pulizia sotto le unghie, le dita dovranno essere raccolte e ruotate più volte sul palmo della mano opposta. Al termine di questa operazione le mani vanno accuratamente sciacquate per rimuovere totalmente ogni residuo di sapone, aiutandosi sfregandole tra loro. Non resta che asciugarle con un tovagliolo di carta e avere la piccola ma fondamentale accortezza di chiudere il rubinetto dell’acqua proprio reggendo il tovagliolino, in modo da non ricontaminarle. Ignaz Semmelweis sarebbe fiero di questo metodo, e sicuramente lancerebbe a sua volta il suo accorato appello contro il coronavirus, proprio enfatizzando l’importanza dell’igiene delle mani.