Indulgenza plenaria speciale a tutti gli operatori sanitari, medici e infermieri, oltre che a tutti quei malati affetti da Coronavirus che per motivi opposti si trovano in prima linea in questa emergenza. La Chiesa ha deciso, con un decreto straordinario e per certi versi inedito della Pentenzieria Apostolica, di concedere il dono di indulgenze speciali ai fedeli affetti dal morbo CoVid-19 e agli stessi operatori sanitari, nonché ai familiari di questi e a tutti coloro che a diverso titolo (anche con la preghiera) si prendono cura di essi. Riconoscendo appunto la straordinarietà della situazione di pandemia che purtroppo vede l’Italia quale Paese col maggior numero di focolai e di decessi, la Santa Sede riconosce il momento in cui “l’intera umanità è minacciata da un morbo invisibile e insidioso, entrato oramai prepotentemente nella vita di tutti con paure, incertezze, sofferenza”. Non solo: nel succitato decreto viene concessa pure la possibilità di “impartire l’assoluzione collettiva senza la previa confessione individuale” e in questo modo per godere della piena Indulgenza i malati potranno semplicemente recitare il “Credo”, una preghiera alla Vergine Maria e il “Padre Nostro”.
CORONAVIRUS, SANTA SEDE CONCEDE INDULGENZA PLENARIA A MALATI, MEDICI E INFERMIERI
Ma cos’è per la Chiesa l’Indulgenza plenaria concessa oggi dal Papa? In sostanza si tratta della remissione -parziale o plenaria, stando alla Costituzione Apostolica “Indulgentiarum Doctrina” del 1967- della pena temporale per i propri peccati dinanzi a Dio, quei peccati già rimessi per quel che concerne la colpa (da cui si è stati assolti se ci si è confessati). Come viene spiegato, l’indulgenza è “una remissione che il fedele, debitamente disposto e a certe condizioni, acquista per intervento della Chiesa che è Ministro della Redenzione con la sua autorità”. Il provvedimento mai fatto prima dalla Santa Sede, firmato ieri dal Penitenziere Maggior Card. Mauro Piacenza e dal reggente Mons. Krzystof Nykiel, “concede alle medesime condizioni l’Indulgenza plenaria anche a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento o l’adorazione eucaristica o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezzora”, ma anche con la recita del Rosario per implorare la cessazione dell’epidemia, il sollievo per chi è attualmente malato e la salvezza eterna per tutti coloro che fino ad oggi sono deceduti. Inoltre per i malati che in punto di morte non possono ricevere l’assoluzione o l’estrema unzione è possibile recitare una preghiera per il conseguimento dell’Indulgenza ed “è raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce” si legge ancora nel decreto della Santa Sede.