Anche la numerosa comunità islamica italiana è colpita dal coronavirus e proprio come gli italiani anche per loro c’è il problema delle sepolture. Di rimandare i deceduti nelle patri di provenienza, come fanno in molti di loro, non si parla nemmeno dato che le frontiere sono chiuse e i voli così come le rotte marittime sono tutte sospese. Inoltre i cimiteri islamici sono molto piccoli e poco numerosi. Si è mossa l’Unione delle comunità islamiche d’Italia che li rappresenta, spiegando anche che per motivi di sicurezza alcuni riti sono sospesi. Ad esempio le preghiere funebri in gruppo e il lavaggio delle salme. L’Unione ringrazia poi i medici e il personale sanitari italiano per quello che sta facendo: “In questo momento di grande lutto per la nostra Italia esprimiamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie delle 3.405 vittime, e chiediamo all’Iddio di guarire i contagiati”.
SOSPESI I RITI FUNEBRI ISLAMICI
Le salme dei deceduti per il coronavirus o altri motivi si trovano dunque ferme nelle celle di diversi obitori. Si è così raggiunto un accordo con alcune prefetture per seppellire i morti in cimiteri islamici anche se di altre province o regioni, cosa che normalmente in Italia è vietata loro. Inoltre è stato diramato un vademecum per come svolgere le procedure in questo periodo di emergenza, con deroghe “sulle pratiche religiose da adottare”: “Al fine di arginare il contagio, viene sospeso il lavaggio delle salme e il rito del Janaza, la preghiera funebre, sarà riservata a pochi familiari e l’imam rispettando le indicazioni ministeriali”. L’Uci sul proprio sito mette la lista dei cimiteri islamici in Italia e delle agenzie funebri che rispettano i canoni islamici e mette a disposizione anche il proprio canale whatsapp (al numero 351 5101 666) per la segnalazione di casi affinché possa intervenire per facilitare la sepoltura nelle aree cimiteriali dedicate ai musulmani.