L’epidemia da coronavirus si è ormai diffusa in maniera capillare anche negli Usa. E a riguardo l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, ha fatto sapere che gli Stati Uniti potrebbero essere proprio il prossimo epicentro dell’epidemia, vista la forte accelerazione degli ultimi giorni. Si pensi infatti che l’85% dei nuovi casi da covid 19 delle ultime 24 ore ha come origine il Vecchio Continente e la nazione oltre oceano, di conseguenza, è facilmente deducibile la preoccupazione del massimo organismo mondiale in tema di sanità. Intanto negli Usa si pensano a nuove misure di contenimento ancora più drastiche, nonostante il presidente Trump stia già puntando alla riapertura. Come riferito dal Wall Street Journal, non è da escludere che alcune compagnie aeree inizino a bloccare i voli interni, proprio per evitare il rischio di nuovi contagi. La decisione potrebbe essere presa volontariamente, oppure, imposta dal governo. Negli ultimi giorni sono aumentati di molto i casi di infetti fra i dipendenti delle compagnie aeree e coloro che lavorano negli aeroporti, e di conseguenza si sta optando per la chiusura. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS USA, DILEMMA TRUMP: ECONOMIA O SALUTE?
L’economia o la salute dell’America? Questo il dilemma a cui Donald Trump è chiamato a rispondere nelle ore in cui gli Usa pagano un dazio altissimo al coronavirus: con il Paese entrato nella seconda settimana di tentativo di contenimento del contagio sono già 46.442 i casi di contagio accertati e 593 i morti di Covid-19. Un bilancio drammatico, se si pensa che tutti gli esperti sono concordi nel dire che il picco è ancora lontano negli Stati Uniti. Ma è Trump, in questa fase, a dover trarre le conclusioni e a dover approntare la strategia delle prossime settimane: quelle che probabilmente diranno molto sulle sue possibilità di rielezione alla Casa Bianca. Dopo aver costruito la propria piattaforma politica sui record dell’economia e sui bassi tassi di disoccupazione, Trump rischia di veder evaporare ogni sua certezza. Per questo The Donald non sembra intenzionato a prolungare più di tanto lo stop alle attività lavorative: “Il nostro Paese non è stato costruito per essere chiuso”, ha detto durante un briefing alla Casa Bianca. “L’America sarà di nuovo, e presto, aperta agli affari. Molto presto. Molto prima di tre o quattro mesi, come qualcuno ha suggerito. Molto prima. Non possiamo permettere che la cura sia peggiore del problema stesso”.
CORONAVIRUS USA: TRUMP E IL DILEMMA TRA ECONOMIA E SALUTE
Eppure medici e scienziati, anche all’interno dell’amministrazione, come il Dr. Anthony Fauci, esperto di malattie infettive e componente della task force contro il coronavirus messa in piedi dalla Casa Bianca, sottolineano come potranno volerci diverse settimane prima che le persone possano pensare di tornare alle loro vite di sempre. Trump, però, sembra pensarla diversamente: “Abbiamo una stagione influenzale molto attiva, più attiva delle altre. Sembra che si stia avvicinando a 50.000 o più morti. Sono tanti. E guardate agli incidenti automobilistici, che sono molto più grandi di qualsiasi numero di cui stiamo parlando. Questo non significa che diremo a tutti di non guidare più auto. Quindi dobbiamo fare qualcosa per aprire il nostro Paese. Tra economia e salute, Donald Trump sembra avere fatto la sua scelta, dunque. Ma senza salute, o con un bilancio tragico alla fine dell’epidemia, è difficile pensare che l’economia possa risollevarsi come niente fosse.