Nelle ultime ore si parla in maniera sempre più insistente di “golden power”. E’ lo stesso premier Conte a citarlo in una intervista a Famiglia Cristiana asserendo: “Stiamo studiando dettagliatamente il provvedimento dello scudo del golden power e, sotto la regia di palazzo Chigi, siamo pronti ad agire per difendere gli asset industriali e aziendali del nostro Paese”. Ma cos’è in concreto questo strumento del quale già nei giorni scorsi, in una intervista al Corriere ne aveva annunciato l’estensione per far fronte all’emergenza Coronavirus? La disciplina del golden power fu introdotta dal governo Monti attraverso il decreto legge del 15 marzo 2012 (e poi potenziato) e fa riferimento alla possibilità da parte del governo di poter esercitare poteri speciali allo scopo di salvaguardare settori strategici e di interesse nazionale. Tra i poteri speciali c’è quello di bloccare operazioni di acquisizione che sottraggano al controllo italiano settori ritenuti strategici. Ed ancora, come riporta il portale We Wealth citando il sito del Parlamento italiano, “la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni”.
GOLDEN POWER, COS’È E COME SI APPLICA
Questi poteri speciali resi possibili dal golden power, sono esercitabili “nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché di taluni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni”. Per tradizione erano considerati strategici i settori fondamentali per la sicurezza del Paese. Un concetto che in passato era strettamente connesso agli eventi bellici e che faceva riferimento all’industria dell’acciaio o all’industria della difesa. Più di recente, come rammenta La Stampa, questo potere è da intendersi anche come protezione di altri settori legati all’energia, alle telecomunicazioni, alle biotecnologie e alla robotica. Nei giorni scorsi è stato depositato un progetto di legge per estendere il golden power anche al settore delle banche e delle assicurazioni, tra i più esposti ancor prima della crisi legata al Coronavirus. Indipendentemente dai settori, il comune denominatore per l’intervento resta la valutazione del governo rispetto alla minaccia “di grave pregiudizio agli interessi pubblici per la sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti compreso il pericolo per la sicurezza o per l’ordine pubblico”, come spiega StudioCataldi.it nel fornire le informazioni su aspetti normativi e caratteristiche di questo strumento.