Sono parole importanti, pesanti come macigni, quelle pronunciate oggi da Papa Francesco nella Messa a Santa Marta trasmessa su Rai 1 alle ore 7. Il Santo Padre, all’indomani della Benedizione Urbi et Orbi, ha rivolto lo sguardo “oltre” l’emergenza sanitaria: verso cioè l’inevitabile recessione che potrebbe portare alla povertà milioni di persone in tutto il mondo. Queste le parole pronunciate dal Santo Padre nella sua intenzione di preghiera: “In questi giorni, in alcune parti del mondo, si sono evidenziate conseguenze – alcune conseguenze – della pandemia; una di quelle è la fame. Si incomincia a vedere gente che ha fame, perché non può lavorare, non aveva un lavoro fisso, e per tante circostanze. Incominciamo già a vedere il “dopo”, che verrà più tardi ma incomincia adesso. Preghiamo per le famiglie che incominciano a sentire il bisogno a causa della pandemia”. (agg. di Dario D’Angelo)
MESSA PAPA FRANCESCO, LA BENEDIZIONI URBI ET ORBI
Il Padre Nostro, il Rosario, la preghiera universale, l’indulgenza plenaria e la benedizione Urbi e Orbi: si è conclusa ieri la Settima Speciale per la fine della pandemia da coronavirus con Papa Francesco che ha rinnovato ancora una volta l’accorato appello a non lasciarsi vincere dalla paura e dalla condizione di assoluta fragilità che stiamo sperimentando: ancora ieri prima della Santa Messa da Cappella Santa Marta il Pontefice aveva ricordato «In questi giorni sono arrivate notizie di come tanta gente incomincia a preoccuparsi in un modo più generale degli altri, molte persone pensano alle famiglie che non hanno a sufficienza per vivere, agli anziani soli, agli ammalati in ospedale e pregano e cercano di fare arrivare qualche aiuto … Questo è un buon segnale. Ringraziamo il Signore perché suscita nel cuore dei suoi fedeli questi sentimenti».
L’appuntamento si rinnova puntuale anche per questa mattina, con la diretta tv su Rai1 e Tv2000 e video streaming YouTube Vatican News dalle ore 7 per la nuova celebrazione dalla Cappella di Casa Santa Marta: nella coda dell’occhio ancora i gesti straordinari della settimana e quell’invito che rimane perenne per l’intera Chiesa «Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo, possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto».
MESSA PAPA FRANCESCO, L’OMELIA DI IERI
Nell’omelia di Casa Santa Marta del 27 marzo, Papa Francesco aveva sottolineato la forza del silenzio di Dio davanti al “chiacchericcio” e alle forme ben più violente della persecuzione; «il piano d’azione di questa gente malvagia è proprio dettagli su dettagli, non risparmiare nulla, mettiamolo alla prova con violenza e tormenti, e saggiare lo spirito di sopportazione … tendiamogli insidie, mettiamogli un tranello, [per vedere] se cade … Questo non è una semplice odiosità, non c’è un piano d’azione cattivo – certamente – di un partito contro l’altro: questa è un’altra cosa. Questo si chiama accanimento: quando il demonio che è dietro, sempre, a ogni accanimento, cerca di distruggere e non risparmia i mezzi», spiegava Papa Francesco durante la celebrazione.
La “ricetta” del Vangelo è una sola per contrasto all’accanimento: «soltanto il silenzio, mai la giustificazione. Mai. Gesù ha parlato, ha spiegato. Quando ha capito che non c’erano parole, il silenzio. E in silenzio Gesù ha vissuto la sua Passione. È il silenzio del giusto davanti all’accanimento». Così al termine della Messa ancora Papa Francesco invoca l’intervento del Padre: «Chiediamo al Signore la grazia di lottare contro il cattivo spirito, di discutere quando dobbiamo discutere; ma davanti allo spirito di accanimento, avere il coraggio di tacere e lasciare che gli altri parlino. Lo stesso davanti a questo piccolo accanimento quotidiano che è il chiacchiericcio: lasciarli parlare. In silenzio, davanti a Dio».