LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano non nasconde che il tema della riforma pensioni è passato in secondo piano di fronte all’emergenza determinata dal coronavirus. L’ex ministro del lavoro, intervistato da pensionipertutti.it, spiega che dal suo punto di vista “la questione di una riforma della previdenza va concepita in una logica nuova”, in particolare “la riforma non deve essere un aggiustamento, al costo più basso possibile, delle storture dell’attuale modello previdenziale, ma deve essere pensata come una componente della riscrittura del profilo delle tutele sociali del nostro Paese. Passare da un sistema rigido (Monti-Fornero) a uno flessibile che privilegi l’uscita anticipata dal lavoro soprattutto di chi svolge lavori usuranti e gravosi, è anche il modo con il quale diminuire l’esposizione al rischio chi supera una certa soglia di età ed è più fragile di altri, come ha messo in luce l’attuale pandemia”. Damiano si augura quindi che superata l’emergenza possa riprende il confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza.
LE RICHIESTE PER GLI ANZIANI
In tema di riforma pensioni val la pena segnalare quanto scritto da Luigi Incarnato, Segretario Regionale PSI Calabria, in un articolo riportato sul sito de L’Avanti: “Come sarà vissuta la fase della ‘terza età’ è sempre un’incognita. Se si hanno figli, questi spesso partono per seguire i loro destini e, al di là dall’affetto, non possono offrire cure e assistenza. Ci sono gli anziani senza figli, spesso soli ed ammalati. La stragrande maggioranza di questa parte importante della popolazione vive in difficoltà, con pensioni al limite della sopravvivenza. Non esiste una politica ben strutturata a protezione di questa categoria. Ci si affida alle badanti – se si ha la possibilità di poterle pagare – ai centri sociali, alle strutture del dopo di noi e a case di cura per anziani (assistenziali o sanitarie). Si parla di aumento delle pensioni ma a loro non serve avere 50 euro in più nel cedolino. Stiamo parlando del 30 % della popolazione. Bisogna dargli assistenza gratuita, costi di energia elettrica, acqua e servizi gratuiti”.
LE PAROLE DI LAURA CASTELLI
Sulla sua pagina Facebook, Laura Castelli ricorda l’importanza di una misura, varata insieme alla riforma pensioni con Quota 100, come il Reddito di cittadinanza. “Dopo 10 anni di battaglie sul Reddito di Cittadinanza, oggi, forse, qualcuno si accorge di quanto una misura di welfare serva da garanzia sociale. Quanto sia indispensabile, mentre il Paese si ferma, garantire a tutti un reddito per poter pagare l’affitto, le bollette e fare la spesa assicurando da un lato il benessere del cittadino in difficoltà e dall’altra evitando potenziali e pericolosi conflitti sociali. Per questo abbiamo creato la pensione di cittadinanza, che integra le minime. Per questo abbiamo creato il coefficiente familiare del reddito di cittadinanza, per poter proporzionare il contributo in relazione ai componenti della famiglia. Credo che in un momento di crisi come questa, siamo fortunati ad avere il Reddito di Cittadinanza. Ma il nostro lavoro continua per migliorare questo strumento e renderlo più fruibile”, spiega la viceministra dell’Economia.
INPS SEMPLIFICA PROCEDURA ACCREDITO
In questi giorni si sta parlando molto del ritiro delle pensioni presso gli uffici postali e le banche. A questo proposito va segnalato che l’Inps ha deciso di rendere, a partire dal 10 aprile, più semplice la procedura per avere l’accredito di prestazioni pensionistiche e non su conte corrente, libretto di di deposito o di risparmi o su carta prepagata. Come ricorda Il Sole 24 Ore, infatti, attualmente il beneficiario deve presentare all’Inps un modulo validato dalla propria banca con l’attestazione della corrispondenza tra titolare dello strumento su cui sarebbe avvenuto l’accredito e percettore della prestazione. Dal 10 aprile, invece, grazie a una database condiviso, non occorrerà più questo passaggio: l’accertamento della corrispondenza avverrà in automatico grazie alle collaborazione tra Inps, Poste Italiane e banche. Non è chiaro se questa importante semplificazione resterà o meno in vigore dopo l’emergenza coronavirus. Sembrerebbe comunque un sistema che potrebbe facilmente diventare permanente con benefici per tanti soggetti.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI COLOMBANI
Il Segretario generale della First-Cisl, Riccardo Colombani, esprime una certa preoccupazione in vista dell’accredito delle pensioni sui conti correnti che avverrà il 1° aprile. “Non è pensabile assistere alla corsa dei pensionati agli sportelli bancari. Fa bene l’Abi a invitare ad utilizzare i canali da remoto e a ricordare che con i sindacati ha concordato che è possibile recarsi in filiale solo per appuntamento. È positiva anche la disponibilità a scaglionare gli accrediti. Ma tutto ciò non è sufficiente”, scrive il sindacalista in una nota. Dal suo punto di vista occorre infatti “l’intervento del Governo per garantire l’ordine pubblico e il rispetto di tutte le misure di sicurezza, così da non creare condizioni di pericolo per i lavoratori e per la clientela”.
LE PENSIONI ACCREDITATE IN BANCA
Per Colombani, “il problema non è tanto il pagamento delle pensioni per cassa che per le banche riguarda poche decine di migliaia di utenti. Il vero problema è rappresentato dalla grande massa di pensionati ai quali l’assegno viene accreditato su conto corrente e non dispone del bancomat né di altre carte. Secondo l’ultima indagine sui bilanci delle famiglie di Bankitalia si tratta del 33% del totale”. Pensando al fatto che “sono oltre 10 milioni coloro che hanno l’accredito in banca, se ne deduce che circa tre milioni di persone si recano abitualmente nelle filiali per ritirare, in tutto o in parte, la propria pensione”. Si capisce bene, dunque, che c’è il pericolo “non solo di mettere a rischio la salute dei bancari, ma di vanificare i sacrifici che tutti gli italiani stanno facendo per contenere il contagio”.